Uscite didattiche

Visita al Polo Scientifico Universitario di Sesto Fiorentino

27 Feb 2014

Polo Scientifico Universitario Sesto Fiorentino

Polo Scientifico Universitario Sesto Fiorentino

Martedì 18 Febbraio 2014 siamo andati, in autobus al Polo Scientifico Universitario di Sesto Fiorentino per assistere e fare alcuni esperimenti dalle 8:30 alle 16:30;con viaggio di andata e ritorno di un’ora in autobus e una pausa pranzo di un’oretta e qualcosa.

Quando siamo arrivati abbiamo aspettato un pochino per poi entrare nel laboratorio di genetica: era molto grande e spazioso, i banchi erano molto lunghi ed erano tutti muniti di cannella per acqua fredda e cannella per il gas metano (infatti nella università si notava anche l’allarme anti-gas oltre a quello anti-incendio), inoltre per ogni fila (mi pare) c’era una doccia di colore giallo, che ci spiegarono che sarebbe servita nel caso in cui chi lavorasse con sostanze infiammabili o comunque pericolose avesse riscontrato problemi. Dopodichè ci hanno fatto sedere per farci vedere una proiezione che ci spiegò, non solo cosa avremmo fatto quel giorno, ma anche altre cose, per esempio:

-Cosa sono, come funzionano e a cosa servono le banche dati DNA

-I vari metodi di identificazione; ce ne sono di meno sicuri (documenti, caratteri antropometrici…) e  altri più sicuri (impronte digitali, caratteri emogenetici, DNA fingerprinting…)

-La differenza tra sintesi e reattività, ovvero: la prima significa trattare le materie in un preciso modo per ottenere un determinato prodotto finale, la seconda invece è la reazione prodotta da due materie a contatto

A questo punto ci hanno diviso in due gruppi per poter fare l’esperimento che aveva lo scopo di farci capire come si faceva a ottenere il DNA da delle cellule della mucosa buccale (saliva), sui tavoli erano ben disposti:

-1 micropipetta (capacità 0 a 100 microlitri)

-1 micropipetta (capacità 100 a 1000 microlitri)

-punte per micropipette

-scottex

-portaprovette

-67 provette (una vuota e sterile)

-ciotola per l’espulsione delle punte

-forno (uno solo)

-centrifuga (uno solo)

Quindi, dopo averci spiegato le varie funzioni di ogni oggetto e dato delle indicazioni (es. Le punte per le micropipette non vanno toccate a mani nude e dopo averle utilizzate una volta vanno espulse), abbiamo iniziato il procedimento: abbiamo agitato la provetta, aggiunto proteinasi K per distruggere le proteine, poi abbiamo aggiunto dei buffer via via (prima B3 poi BW e infine BE) interrotti da incubazioni a 50°C, centrifughe a 12000 rpm, utilizzo del vortex e passaggio del liquido nella provetta sterile.

Dopo tutto ciò ci hanno fatto vedere il risultato (dopo che è diventato un gel grazie ad altre sostanze come il blu di bromofenolo) su un trasluminatore a raggi UV (N.B: bisognava stare attenti a non guardare sotto il vetro perchè i raggi UV possono danneggiare seriamente gli occhi).

Erano più meno le 12:30, ci hanno fatto uscire abbiamo mangiato e dopo siamo entrati nell’ altro laboratorio, quello di chimica per seguire la seconda “lezione”.Una volta entrati ho potuto osservare che il laboratorio di chimica è uguale a quello di genetica, se non perchè è munito di un armadio contenente svariate sostanze chimiche anche, ci spiegarono (e fecero vedere), molto pericolose come acido muriatico. Ci fecero sedere e ci approfondirono la sintesi e la reattività riportandoci e facendoci vedere per quest’ultima esempi come la reazione tra bicarbonato di sodio e aceto (inoltre se dopo la reazione inserisci un fiammifero acceso nel bicchiere si spenge perchè la reazione produce co2; molti estintori funzionano così infatti: emettono co2 per spengere gli incendi) e la reazione tra il ferrocianuro di potassio e gli ioni di ferro che crea il colore blu di Prussia scoperto a Berlino nel 1704 da Diesbach e Dippel. In seguito ci divisero in due gruppi: uno andava a vedere come si faceva la sintesi del sapone e l’altro invece andava a vedere altri tipi di reazioni…

Partiamo da quest’ultimo, innanzitutto Irene (un’ operatrice) ci spiegò e dimostrò come si può fare uno slime (una specie di gelatina colorata) che è una reazione chimica che avviene in un composto di acqua, un polimero e degli ioni se mescolato (con l’aggiunta di un colorante).Dopo ciò ci fece vedere come si creava il nylon 6, che non è una fibra sintetica, ma semplicemnte il risultato di un’altra reazione chimica: mettendo due sostanze in una fialetta, nel punto di contatto si crea questo filo che può essere tirato fuori con un gancino e fatto asciugare; ovviamente in scala industriale viene prodotto diversamente (come disse Irene:”abbastanza simile alla macchina dei brigidini”).

Conseguentemente ci scambiarono di postazione con l’altro gruppo dove vedevono la sintesi del sapone. Subito l’operatore ci disse che, causa mancanza di tempo,  noi avremmo visto solo la fine del procedimento, mentre l’altro gruppo aveva visto l’inizio.Praticamente partendo da una sostanza grassa qualsiasi (tipo l’olio) e aggiungendoci NaOH e dell’alcol, seguendo alcuni procedimenti, tra cui l’utilizzo di alcuni macchinari, si può ottenere una saponetta.

Questa esperienza è stata sicuramente molto istruttiva ed efficace. Quasi sicuramente è stato molto più, diciamo “divertente”, il primo esperimento, dove sapevamo più ciò che facevamo, ma soprattutto lo facevamo noi mentre nella seconda parte ascoltavamo solamente ciò che dicevano gli operatori, e all’ inizio magari può essere interessante ma poi diventa un po’ troppo pesante…   Tutto sommato però è stata una bellissima esperienza (che ripeterei volentieri), è stato davvero molto interessante scoprire tutte quelle cose, per esempio che nella coca-cola è presente (in piccolissima parte) uno dei pochi acidi che scioglie il vetro,lavorare come uno “scienziato” e  anche capire come funziona una università di questo tipo.

Lucchetti Elia

 

 

 


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