Inchieste

GALILEO GALILEI

16 Mar 2014

Ritratto di Galileo Galilei con i suoi strumentia cura di Lorenzo Mangani e Georgel Bounegru

Galileo Galilei è conosciuto come il padre del metodo scientifico moderno detto anche sperimentale, perché basato sull’esperienza diretta…
Nato il 15 febbraio del 1564 a Pisa, studiò in questa città e si dedicò con passione alla matematica.
Fu proprio avvalendosi delle conoscenze in questo campo che iniziò uno studio diretto nel mondo.
Nel 1609 fu capace di perfezionare il telescopio inventato da Copernico e con questo strumento di osservazione rivoluzionò l’astronomia confermando in pieno il pensiero e i fondamenti copernicani che affermavano che fosse la Terra a girare intorno al Sole e NON viceversa.
Galileo affermava anche che la Luna fosse simile alla Terra, considerava la Via Lattea composta da una moltitudine di stelle e diceva che Giove aveva quattro satelliti che ruotavano intorno a lui.
Scoprì le fasi di Venere, gli anelli di Saturno e le macchie del Sole.
La sua adesione alla teoria copernicana portò al conflitto con le autorità ecclesiastiche e nel 1633 fu condannato al carcere a vita.
Per la protezione del Gran Duca di Toscana, la pena fu mutata in isolamento,e che egli trascorse nella vita di Arcetri, sulle colline di Firenze. Ma fu costretto a dichiarare che aveva detto il falso (“abiurare”, si diceva all’epoca).
La firma di Galileo GalileiLa condanna fu alleviata poi dal permesso di tenere presso di sé qualche discepolo che divenne poi famoso, come Vincenzo Viviani e Evaristo Torricelli, che continuarono a studiare e a dimostrare scientificamente i principi del maestro.
Quasi cieco, Galileo concepì l’idea di un orologio regolato da un pendolo, invenzione purtroppo mai completata.
Morì ad Arcetri l’8 gennaio del 1642.
Tra gli strumenti di Galileo che sono giunti fino a noi, ci sono due telescopi, un compasso, una lente con cui egli osservò per la prima volta i satelliti di Giove, il termoscopio, rudimentale termometro, e alcune calamite per gli esperimenti di fisica.


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