Storia

Ti ricordiamo Giovanni!

24 Mag 2012

Oggi 23 maggio è la commemorazione della morte di un uomo che insieme ad un altro uomo ha scalato un” muro” altissimo e ripidissimo, pieno di punti pericolosi, un muro duro, a prova di bomba: la mafia. Quest’uomo, Giovanni Falcone, insieme a Paolo Borsellino, ha combattuto la mafia. Erano due giudici muniti di un enorme coraggio. Falcone è stato ucciso, 20 anni fa, in un attentato che oggi è con conosciuto come “strage di Capaci”: 500 kg di tritolo e un detonatore sotto un’autostrada dove passavano con le loro auto altri comuni e ignari cittadini che sono stati coinvolti nell’esplosione.
Un telecomando in mano ad un mafioso ed ecco che la mafia si fa strada uccidendo Falcone, la moglie e 3 uomini della scorta. La mafia, una cosa che Falcone definisce comunque, nonostante tutto, un fatto umano che ha avuto un inizio e che avrà pure una fine come tutti i fatti umani. Ma deve essere difficile lavorare ad una cosa del genere, della quale non sai quante persone ne fanno parte, cosa fanno, dove stanno e soprattutto sapere che ti stai mettendo contro una cosa che non guarda in faccia le persone, che non perdona, una cosa che uccide a sangue freddo. Ci vuole un bel coraggio. Combattere la mafia deve sottoporre ad uno stress mentale che è capace di logorarti, di mangiarti l’anima pezzo per pezzo fino a che non te ne resta più. Eppure sono convinto che prima o poi dovrà finire questa cosa; anche Falcone ne era convinto. La mafia è come un esercito illegale che non è ancora stato sconfitto. Anche se hanno arrestato boss mafiosi, se ne sono creati altri. Non bisogna dimenticare che la mafia è ricchissima, con i suoi traffici illeciti riesce ad arricchirsi e quindi anche a corrompere. Ogni tanto prende lo sconforto a pensare che viviamo in un Italia del genere. Ora io sono un ragazzino e di conseguenza parlo da ragazzino, però sono convinto che un giorno l’Italia ce la farà a sopprimere la mafia, scoppieranno rivolte e muniti di tutta l’indignazione che abbiamo andremo ad abbattere quel “muro”, che poi sarà a prova di bombe ma non di cittadini affamati di giustizia e di legalità che gridano basta alla mafia!
A cura di Edoardo


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