La Basilica di San Miniato al Monte di Firenze si trova in uno dei luoghi più alti della città vicino al Piazzale Michelangelo. Questa basilica ha una architettura romanico fiorentina e il suo nome deriva da San Miniato che fu il primo martire della città. Era probabilmente un mercante greco o un principe armeno in pellegrinaggio a Roma. Si racconta che, intorno al 250, arrivato a Firenze, iniziò la vita di eremita e che fu decapitato durante le persecuzioni anticristiane dall’imperatore Decio, andandosene poi dal luogo dell’esecuzione con la sua testa in mano e arrivando dall’altra parte dell’Arno sul luogo del suo eremitaggio e dell’attuale basilica, sul Mons Fiorentinus. In seguito, su questo luogo, fu eretto un santuario e, nell’ VIII secolo, una cappella. La costruzione dell’attuale chiesa iniziò nel 1013 sotto il vescovo Alibrando e proseguì sotto l’imperatore Enrico II. All’inizio era un monastero benedettino e in seguito diventò una basilica. I monaci producono famosi liquori, miele e tisane, che vendono in un negozio adiacente alla chiesa.
La facciata
La facciata di San Miniato è uno dei capolavori dell’architettura romanica fiorentina, ispirata a un classicismo solido e geometrico ripreso dalle tarsie marmoree degli edifici monumentali romani. Venne iniziata nell’XI secolo ed è divisa in due fasce principali: quella inferiore è caratterizzata da cinque archi a tutto sesto sorretti da colonne in serpentino verde con basi e capitelli corinzi in marmo bianco, richiamo alle prime basiliche paleocristiane a cinque navate (in realtà la chiesa fiorentina di navate ne ha solo tre); la parte superiore mette in evidenza la vera geometria della chiesa, con le due falde simmetriche delle navate laterali ci fanno percepire la presenza delle tre navate. I due frontoni simmetrici delle navate laterali sono decorati con una bicromia di marmo bianco e serpentino verde di Prato, che tramite forme geometriche ricostruiscono l’opus reticulatum romano. La parte centrale del secondo livello è caratterizzata da un pronao tetrastilo sorretto da quattro pilastri, che la dividono in tre parti. Al centro del pronao è presente una finestra incorniciata da due colonne, sorrette da teste di leone marmoree, che sono sormontate da un frontespizio al cui centro è presente un intarsio di un vaso tra due colombe. Nel riquadro superiore si trova il mosaico di Cristo tra la Vergine e san Miniato, che fu composto nel 1260. Il frontone infine riprende lo stile del primo ordine con una serie di nove archi bianchi e verdi sormontati da una croce e da candelabre. Le parti superiori risalgono almeno al XII secolo e furono finanziate dall’Arte di Calimala (corporazione dei mercanti di lana), che fu responsabile del mantenimento della chiesa dal 1288 (l’aquila di rame che corona la facciata era il loro simbolo).È interessante notare il collegamento con l’arte Romana dei primi templi pagani, infatti il primo strato è costituito da archi che sorreggono un pronao (inteso come tempio) la chiesa di San Miniato a Monte infatti si può ricondurre al Tempio di Giove a Terracina.Inoltre la bicromia dell’edificio sarà ripresa per secoli dai costruttori fiorentini, tra questi pure Filippo Brunelleschi userà come suoi esempi la chiesa di San Miniato e il Battistero di San Giovanni sempre a Firenze.
A cura di Vieri P.
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