C’è una grotta, in cima ad una montagna alta e rocciosa; in questa grotta vive un gigante di nome Celestino.
Celestino ha una vita molto dura: si alza la mattina presto scende dalla montagna arriva al passo per poi risalire la collina ed è così giunto al suo lavoro, perché lui fa il pastore. Deve fare tutta questa strada per arrivare per arrivare alla stalla poiché la montagna è ripida e sarebbe quasi impossibile costruirci un edificio con la poca tecnologia che ha e anche se ci riuscisse l’erba non c’è sulla montagna quindi dovrebbe fare lo stesso tragitto ma con le pecore.
Un giorno però, stanco di quella sua vita, Celestino decise di andare in città e comprarci una casa. Pensava che tutto sarebbe stato più semplice, ma si sbagliava!
Il giorno dopo si accorse subito dell’errore che aveva fatto: tutti lo chiamavano mostro e non poteva neanche più entrare in casa sua senza farsi notare e spaventare qualche vecchietta. Celestino era disperato, era un gigante buono lui, e tutto quel terrore che vedeva negli occhi della gente lo faceva stare malissimo.
Pensò allora di rimpicciolirsi per rendersi più gradevole, però, la sua pozione l’aveva rubata suo fratello, non che suo antagonista, Brontogino.
Suo fratello non era un gigante buono come Celestino: quando era piccolo un suo amico gli aveva lanciato un aereoplanino di carta in un occhio e l’aveva accecato. Così, da quel giorno, era diventato un ciclope cattivo ed era andato a vivere sull’Etna. Per far dispetto a Celestino aveva rubato la pozione magica ed ora la custodiva nel suo vulcano.
Così Celestino partì per la Sicilia. Trovò subito Brontogino, che all’inizio non gli voleva dare la pozione, ma facendolo ragionare riuscì a convincerlo e a farsi consegnare la famosa pozione.
Per fortuna di Celestino ce ne era ancora un goccio.
Per aver fatto questa buona azione a Brontogino ricrebbe l’occhio perso, lui e Celestino si divisero la pozione e quindi diventarono entrambi di appena due metri d’altezza, andarono a vivere in città insieme, si iscrissero a una squadra di basket e diventarono due campioni nazionali.
Tutto è bene quel che finisce bene.
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