Attualità Cultura e società

DELITTO PERFETTO: ASSOLTI ANCHE SE È IMPERFETTO

21 Gen 2014

 …e la giustizia è sempre più assurda…

La grande letteratura noir ci insegna che il delitto non è mai perfetto. In Italia, invece, rischia di diventarlo: ogni anno 130mila processi, circa 400 al giorno, vanno in fumo grazie alla prescrizione.

La disciplina dell’istituto di diritto della prescrizione è stata riformata dalla ex Cirielli del 2005, una legge fatta per salvare qualche imputato eccellente dalla sentenza definitiva, legge che da otto anni però si abbatte su tutto il nostro sistema. Il risultato è un diniego di giustizia per decine di migliaia di vittime, il rischio d’impunità per chi commette una lunga serie di reati, anche gravi, e una macchina processuale che spesso gira a vuoto. I costi economici e sociali sono incalcolabili, e il nostro processo è sempre il più lento.

AULA TRIBUNALE

AULA TRIBUNALE

Viene chiamata “Ex Cirielli” perché il suo primo firmatario, il deputato Edmondo Cirielli, dopo le modifiche apportate dal parlamento la sconfessò e votò contro, chiedendo successivamente che tale legge non venisse più chiamata col suo nome.

La ex-Cirielli ha dato vita a processi e verdetti completamente assurdi. Per esempio un poco noto, ma comunque significativo caso, riguarda il caso, a Napoli, in cui una persona, colpevole dell’aver rubato un pacchetto di biscotti da 1,29 euro, avendo già compiuto altri reati simili, è stata condannata a tre anni di detenzione. La sproporzione della sentenza deriva ancora una volta dalla ex Cirielli, che nega il riconoscimento delle attenuanti quali il danno lieve ai recidivi.

La situazione prescrizionale europea però dimostra l’assurdità della ex-Cirielli; ovunque in Europa – ad eccezione di Italia e Grecia – la prescrizione regola il tempo che intercorre tra il compimento di un reato e il suo perseguimento con il rinvio a giudizio. Ma una volta iniziato il processo esso non può arrestarsi e deve giungere a compimento. L’obbligo dell’azione penale trova un limite nel diritto dell’accusato di un reato di non essere portato a giudizio dopo anni e anni dallo svolgimento del fatto, ma l’interesse pubblico trova conforto nell’ effettivo giungere a sentenza dei processi una volta iniziati. Se in Italia si seguisse l’esempio dell’Europa, l’accusa dovrebbe concentrare i tempi di indagine, ma la difesa perderebbe ogni incentivo a rallentare i tempi del processo e i termini della prescrizione, così intesa, potrebbero essere ulteriormente ridotti rispetto alla stessa legge ex Cirielli senza provocare i danni che essa oggi provoca.

Occorrerebbe dunque che questa radicale modifica della prescrizione non si applicasse ai processi in corso che continuerebbero ad essere regolati dall’attuale normativa, permettendo così di giungere più agevolmente a un nuovo regime della prescrizione. Finirebbe così lo scandalo di una giustizia penale dove chi si può permettere costosi avvocati di difesa è quasi certo dell’impunità. Il discredito della politica e il diffondersi della corruzione trovano fondamento proprio nella crisi della giustizia penale, cui l’attuale regime della prescrizione, favorendo l’impunità, porta un forte contributo. Governo e partiti lavorino pure a modifiche sui diritti di intercettazioni, responsabilità civile dei magistrati e nuova definizione del reato di corruzione, ma non dimentichino che il cuore del problema della giustizia penale sta in una riforma della prescrizione. Non è troppo tardi per cambiare: in materia di prescrizione la giustizia ha bisogno di una rivoluzione copernicana.


CONDIVIDI: