Cultura e società

Anoressia e bulimia: dati preoccupanti

21 Gen 2014

I disturbi alimentari sono uno dei problemi più diffusi nella nostra società.

Se l’anoressia è la patologia più visibile per la magrezza tragica che provoca, la bulimia (altrettanto grave) è invece più nascosta. La prima solitamente inizia con una dieta al fine di migliorare la propria immagine, che prosegue con un drastico rifiuto del cibo. La persona che ne soffre non si sente mai magra abbastanza.

Al contrario la bulimia nasce dalle abbuffate seguite dal senso di colpa e dal ricorso al vomito di lassativi e diuretici.

Ma quali sono le vere ragioni che portano all’anoressia?

A scoprirlo due studiosi italiani, Giuseppe Riva e Santino Gaudio. Il principio è che nelle persone che si ammalano di questo problema, le percezioni sia interne che esterne del proprio corpo sono sballate: si vedono continuamente grasse, anche se il loro corpo è visibilmente deperito e sottopeso.

Oltre che al brutto aspetto, all’anoressia sono accompagnate malattie quali: il morbo di Addison, infezioni, insufficienza cardiaca o renale, mentre la bulimia provoca uno stato di asocialità. I soggetti più colpiti da questi disturbi sono quelli con problemi familiari, personali o sociali e chi dorme poco. Infatti, secondo uno studio condotto dalla Temple University di Philadelphia, dopo aver analizzato 37 bambini dagli 8 agli 11 anni, il gruppo che aveva dormito di più risultava consumare meno cibo, pesare 250 grammi in meno e avere (a digiuno) un livello inferiore di leptina (l’ormone che regola il senso di fame e di sazietà). Tale ricerca evidenzia dunque l’importanza che ha il sonno sul nostro metabolismo.

Le terapie per guarire questi problemi alimentari sono di tipo psichiatrico; la psicoterapia può essere adottata individualmente o in gruppo ed è seguita, per l’80% dei casi, da miglioramenti.

“I casi in Italia raggiungono quote davvero elevate. –ci racconta il dottor Pietro- Ho avuto tantissimi pazienti che soffrivano di questi problemi psicologici. Nella maggior parte dei casi tutto parte dal fatto di voler assomigliare ai modelli che vediamo in televisione.

Il metodo usato da noi dottori è di iniziare una terapia che, a piccoli passi, porterà all’accettazione del proprio corpo, ma, purtroppo, non tutti si rivolgono a noi per guarire”.

Uno studio condotto da ESEMED (European Study of the Epidemiology of Mental Disorders) e dall’OMS, infatti, evidenzia che oltre il 50% delle persone con disturbi alimentari rimangono fuori dai servizi, con un’incidenza totale nella propria popolazione del 5% (tra cui l’1% affetto da anoressia, l’1,85% da bulimia e il 2,15% da disordini sotto-soglia).

Sei tredicenni britanniche su dieci hanno “paura” di ingrassare, l’11% ne è addirittura terrorizzata. Una vera e propria ossessione che non risparmia nemmeno i ragazzi della stessa età (il 40% dei quali soffre degli stessi disturbi). thUn disagio che per entrambi i sessi sfocia nei primi tre campanelli d’allarme dei disordini alimentari: abbuffate, costante controllo del peso e infine improvvisi digiuni.

Ginevra

Lorenzo


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