Moda

La moda

16 Mag 2012

Il 25 febbraio 1951 con la sfilata organizzata dal conte Giorgini a Firenze per un pubblico internazionale iniziava la storia della moda italiana.
Giorgini fa rinascere il mito della nobiltà che ora apre il suo palazzo alle sfilate, offre cioè un luogo mitico, ricco di storia alla presentazione delle collezioni. Spesso sono le stesse nobili a indossare gli abiti, e per ovvie ragioni: solo loro, principesse e blasonate, signore o signorine sanno, per educazione, tradizione e cultura, come portare gli abiti che finiscono per presentare negli spazi aulici delle loro case oppure nei musei, accanto a notissime sculture che sono l’immagine stessa del bello. Anche il cinema è influenzato dalla moda. Esemplare il caso del matrimonio di Linda Christian e Tyron Power nel ’49: a Roma viene scelto l’abito per la sposa. Tutto ciò contribuisce a creare il mito stereotipato finché si vuole, ma funzionale, del Paese del bello, dell’arte, dell’amore.

L’abito assume la funzione di talismano perché, come nelle antiche favole, è l’elemento magico che permette la trasformazione. Con gli anni ’60 tutto cambia: cambiano i ruoli e gli status sociali, sono gli anni della contestazione e di un nuovo rilancio industriale. Si capisce ormai che l’abito, magico strumento attraverso il quale ogni donna condivide e interpreta i miti del proprio tempo, dovrà essere visto come idea e progettazione. Nascono i modelli della confezione in serie, destinati a vestire elegantemente e a poco prezzo le donne di mezzo mondo. Si arriva così all’affermazione internazionale del made in Italy, con il trionfante prêt-à-porter degli anni Settanta e Ottanta quando polo di attrazione per la moda diventa Milano, fino alle nuove tendenze di questi ultimi anni legate alle avanguardie artistiche e ai diversi movimenti culturali del Novecento: dall’Alta Moda al prêt-à-porter, dalla minigonna ai blue-jeans, tra un continuo rinnovarsi e alternarsi di stili si attua l’evoluzione della moda. La moda in Italia è narrata come fiaba perché la sua funzione è profondamente diversa rispetto a Parigi oppure a Londra e a New-York. Per noi la moda è strumento di un riscatto sociale e, quindi, di un innalzamento di classe attraverso l’abito; altrove tutto questo non appare neppure pensabile: fuori dai nostri confini la moda è solo uno strumento per confermare uno status. La moda italiana è considerata una delle più importanti del mondo, insieme a quelle di Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone. La moda è sempre stata una parte importante della cultura italiana. I centri principali della moda italiana sono Milano, Roma (incluse tra le 30 capitali mondiali della moda) e, in minor misura, Firenze.

Nel 2009 Milano veniva considerata la capitale della moda, superando anche città come New York, Parigi, Roma e Londra. La maggior parte delle grandi firme della moda italiana, come Valentino, Gucci, Versace, Prada, Armani e Dolce & Gabbana (per citarne alcune) hanno sede a Milano. Sono presenti in città anche numerose boutique di case di moda internazionali, come Abercrombie & Fitch, Hennes & Mauritz e Ralph Lauren. Due volte all’anno, a Milano si tiene la settimana della moda, come accade anche a New York, Londra, Parigi, Tokyo e Los Angeles. L’area dove la moda milanese è maggiormente presente è il cosiddetto quadrilatero della moda, racchiuso tra le vie Monte Napoleone, Manzoni, della Spiga e Corso Venezia. Altri importanti canali dello shopping sono la Galleria Vittorio Emanuele II, Piazza Duomo, via Dante e corso Buenos Aires.

A cura di Melissa


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