Moda

Blue-Jeans

16 Mag 2012

Chi non ha un paio di blue-jeans nell’armadio?
E’ un capo di abbigliamento che dagli anni cinquanta a oggi non smette di essere popolare in tutto il mondo, con moltissime versioni e modelli che naturalmente seguono la moda del momento.
Meno nota, invece, è la provenienza del tessuto con cui sono fatti i jeans: strano ma vero, l’origine del nome non è inglese o americana, bensì legata a una parola italiana.
Blue-jeans deriva infatti da “blue de genes”, cioè dal nome della città ligure di Genova.
Veniva usata una tela di fustagno blu, molto robusta e resistente alle intemperie, per confezionare i sacchi per le vele delle navi e per le coperture delle merci, oltre che per i pantaloni dei marinari. Anticamente, il tessuto era fatto con lino e cotone. La produzione del fustagno avveniva nella cittadina piemontese di Chieri. Dopo un po’ di tempo si iniziò il termine “jeans” per indicare un preciso modello di pantaloni. L’invenzione dei blue-jeans come li conosciamo si deve a Levi Strauss, un tedesco emigrato a San Francisco (U.S.A.), che ideò i famosi pantaloni con cinque tasche chiamandoli Levi’s pants. I jeans rimasero un capo di abbigliamento da lavoro fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando si trasformarono in indumenti per il tempo libero.
Anticamente il colore blu veniva ottenuto da una pianta conosciuta come Guado o Gualdo, oppure anche indaco. Oggi invece si usano coloranti chimici.
Il termine “denim” con cui spesso si indicano i jeans, deriva dalla città di Nîmes, in Francia, che a partire dal Settecento fece concorrenza a Chieri per la produzione della famosa tela blu di fustagno. Nel caso della città francese si diceva infatti che il tessuto fosse “de Nîmes”, che con il tempo si trasformò nella parola “denim”. Esistono jeans di ogni tipo: larghi, stretti, a vita alta, a vita bassa e a zampa di elefante…

A cura di Sofia

 


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