L’ inquinamento dell’aria
Si può definire l’inquinamento atmosferico come la presenza nell’atmosfera di sostanze che causano un effetto misurabile sull’essere umano, sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi materiali; queste sostanze di solito non sono presenti nella normale composizione dell’aria, oppure lo sono ad un livello di concentrazione inferiore. Gli inquinanti vengono solitamente distinti in due gruppi principali: quelli di origine antropica, cioè prodotti dall’uomo, e quelli naturali.
I contaminanti atmosferici, possono anche essere classificati in primari cioè liberati nell’ambiente come tali (come ad esempio il biossido di zolfo ed il monossido di azoto) e secondari (come l’ozono) che si formano successivamente in atmosfera attraverso reazioni chimico-fisiche.
L’inquinamento causato da queste sostanze negli ambienti aperti viene definito esterno (o outdoor), mentre l’inquinamento nei luoghi confinati, come gli edifici, viene indicato come inquinamento interno o indoor. La qualità dell’aria negli ambienti confinati viene infatti spesso indicata come Indoor Air Quality.
Finora sono stati catalogati circa 3.000 contaminanti dell’aria, prodotti per lo più dalle attività umane con i vari processi industriali, con l’utilizzo dei mezzi di trasporto o in altre circostanze.
Le modalità di produzione e di liberazione dei vari inquinanti sono estremamente varie, allo stesso modo sono moltissime le variabili che possono intervenire nella loro diffusione in atmosfera.
L’aria che respiriamo può essere contaminata da sostanze inquinanti provenienti da industrie, veicoli, centrali elettriche e molte altre fonti. Questi inquinanti rappresentano un grosso problema per gli effetti dannosi che possono avere nei confronti della salute o dell’ambiente in cui viviamo. Il loro impatto dipende da vari fattori, come ad esempio la quantità di inquinante dell’aria al quale si è esposti, la durata dell’esposizione e la pericolosità dell’inquinante stesso. Gli effetti sulla salute possono essere di piccola entità e reversibili (come un’irritazione agli occhi) oppure debilitanti (come un aggravamento dell’asma) o anche fatali (come il cancro).
L’inquinamento delle acque
Con il termine generico inquinamento si indica il degrado dell’ambiente causato dall’immissione, da parte dell’uomo, di sostanze che ne alterano le caratteristiche chimico-fisiche. A seconda di dove sono immesse queste sostanze, che possono essere solide, liquide o gassose, si parla d’inquinamento atmosferico (o dell’aria), dell’acqua e del suolo.
Sono sostanzialmente tre i modi attraverso i quali l’ambiente naturale può essere inquinato: immettendo sostanze inquinanti non di per sé tossiche ma con una velocità tale che i cicli biogeochimici non riescono del tutto a smaltire: è questo il caso dell’anidride carbonica e di molti composti organiciliberando sostanze tossiche per gli organismi viventi: alcune di loro poiché non sono biodegradabili (non sono cioè trasformabili in composti inattivi dai normali meccanismi biologici) aumentano la loro concentrazione, e quindi la loro tossicità, nei viventi passando da un anello all’altro delle catene alimentare depositando nell’ambiente sostanze inquinanti che restano inalterate nel tempo, cioè non subiscono alcuna forma di degradazione, come la plastica.
Tutte queste sostanze liberate nell’ambiente modificano la composizione chimica e le caratteristiche fisiche di aria, acqua e suolo, agendo negativamente sull’equilibrio dei vari ecosistemi.
L’inquinamento è un fenomeno antico, ma ha cominciato ad assumere dimensioni preoccupanti nel secolo scorso perché è un problema strettamente legato alla nascita della cosiddetta civiltà industriale e all’aumento della popolazione. La situazione sta diventando sempre più grave, perché le naturali capacità autodepurative dell’ambiente sono insufficienti ad eliminare tutte le sostanze tossiche che v’immettiamo.
Il problema dell’inquinamento si sta facendo sempre più grave e anche pericoloso per la nostra salute. E non solo nelle nazioni industrializzate e densamente popolate, ma anche in aree e regioni dove l’uomo è quasi del tutto assente.
Le piogge acide
Con il termine piogge acide si intende generalmente il processo di ricaduta dall’atmosfera di particelle, gas e precipitazioni acide. Se questa deposizione acida avviene sotto forma di precipitazioni (piogge, neve, nebbie, rugiade, ecc.) si parla di deposizione umida, in caso contrario il fenomeno consiste in una deposizione secca. Solitamente l’opinione pubblica fa invece coincidere il termine piogge acide con il fenomeno della deposizione acida umida.Le piogge acide sono causate essenzialmente dagli ossidi di zolfo (SOx) e, in parte minore, dagli ossidi d’azoto (NOx), presenti in atmosfera sia per cause naturali che per effetto delle attività umane.
Se non entrano in contatto con delle goccioline d’acqua, questi gas e soprattutto i particolati acidi che da loro si formano pervengono al suolo tramite deposizione secca. Questa deposizione può avvenire secondo meccanismi differenti dettati principalmente dalle dimensioni delle particelle (per impatto e gravità), dallo stato d’aria a contatto con la superficie ricevente e dalla struttura chimica e fisica della superficie stessa. In ogni caso i depositi secchi di SOx e di NOx conducono rapidamente alla formazione dei relativi acidi al suolo.
L’effetto serra
La stratosfera terrestre contiene una concentrazione relativamente alta di ozono, un gas costituito da tre atomi di ossigeno (O3) e che rappresenta un vero e proprio schermo nei confronti delle pericolose radiazioni ultraviolette (raggi UV) provenienti dal sole. Ogni anno, durante la primavera dell’emisfero australe, la concentrazione dell’ozono stratosferico nell’area situata in prossimità del Polo Sud diminuisce a causa di variazioni naturali. Purtroppo, a causa degli inquinanti rilasciati in atmosfera, sin dalla metà degli anni settanta questa periodica diminuzione è diventata sempre più grande, tanto da indurre a parlare del fenomeno come del “buco dell’ozono”. Recentemente si è comunque individuato un assottigliamento della fascia di ozono anche in una piccola zona al polo Nord, sopra il Mare Artico, fatto che potrebbe preludere alla formazione di un altro buco dalla parte opposta.
In effetti il fenomeno non rappresenta nient’altro che l’aspetto più evidente della generale e graduale diminuzione dell’ozono nella stratosfera. Il problema è estremamente importante in quanto una riduzione dell’effetto schermante dell’ozono comporta un conseguente aumento dei raggi UV che giungono sulla superficie della Terra. Nell’uomo l’eccessiva esposizione a questi raggi è correlata ad un aumento del rischio di cancro della pelle, generato a seguito delle mutazioni indotte nel DNA delle cellule epiteliali. I raggi ultravioletti possono causare inoltre una inibizione parziale della fotosintesi delle piante, causandone un rallentamento della crescita e, nel caso si tratti di piante coltivate, una diminuzione dei raccolti. I raggi UV possono anche diminuire l’attività fotosintetica del fitoplancton che si trova alla base della catena alimentare marina, causando di conseguenza uno scompenso notevole a carico degli ecosistemi oceanici.
L’effetto serra è un fenomeno senza il quale la vita come la conosciamo adesso non sarebbe possibile. Questo processo consiste in un riscaldamento del pianeta per effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria a concentrazioni relativamente basse (anidride carbonica, vapor acqueo, metano, ecc…). I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e dalla bassa atmosfera (il calore riemesso); in pratica si comportano come i vetri di una serra e favoriscono la regolazione ed il mantenimento della temperatura terrestre ai valori odierni.
Questo processo è sempre avvenuto naturalmente e fa sì che la temperatura della Terra sia circa 33°C più calda di quanto lo sarebbe senza la presenza di questi gas.
Ora, comunque, si ritiene che il clima della Terra sia destinato a cambiare perché le attività umane stanno alterando la composizione chimica dell’atmosfera. Le enormi emissioni antropogeniche di gas serra stanno causando un aumento della temperatura terrestre determinando, di conseguenza, dei profondi mutamenti a carico del clima sia a livello planetario che locale. Prima della Rivoluzione Industriale, l’uomo rilasciava ben pochi gas in atmosfera, ma ora la crescita della popolazione, l’utilizzo dei combustibili fossili e la deforestazione contribuiscono non poco al cambiamento nella composizione atmosferica.
Il Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC) nel suo Rapporto del 2007 ritiene che la temperatura media del pianeta sia aumentata di circa 0,76°C dalla fine del XIX° secolo. Inoltre, sulla base delle tendenze attuali di emissione dei gas serra, vi è la stima di un ulteriore aumento della temperatura media terrestre tra 1,1 e 6,4°C nel corso di questo XXI° secolo. Il conseguente cambiamento climatico comporterà delle implicazioni estremamente significative a carico della salute dell’uomo e dell’integrità dell’ambiente. Il clima infatti influenza fortemente l’agricoltura, la disponibilità delle acque, la biodiversità, la richiesta dell’energia (ad esempio per il riscaldamento o il raffreddamento) e la stessa economia.
L’ inqinamento nel mondo
L’inquinamento è uno dei tanti problemi del mondo: di anno in anno la situazione credo che peggiori. L’uomo è consapevole che stà distruggendo la natura, ma fa davvero poco per evitarlo: perchè non conviene! E’ un discorso che fila. Oggi… Ma non domani. Si spendono fior di miliardi per le ricerche scientifiche, si cerca energia pulita; e quando la si trova non si utilizza perchè costa troppo alla società. Intanto gli alberi respirano ciò che respiriamo noi: lo smog. Esistono molti tipi di inquinamento, si conosce la soluzione per rimediare all’errore, ma tutti se ne fregano. L’ambiente che ci circonda ha subito cambiamenti notevoli, irrimediabili. Penso ai boschi, e non li vedo più. Penso al mare, e vedo pesci morti. Penso a Roma, e vedo una cappa di smog… Penso a tante cose, e vedo che ci fanno male. L’elettrosmog è forse l’inquinamento peggiore, ci ammazza senza che ce ne rendiamo conto. Guardiamo il cielo e lo vediamo azzurro, ma tra noi e l’azzurro ci passano infinite onde elettromagnetiche. Il nostro cervello non ci metterà molto ad andare in tilt, così come l’atmosfera. Ormai non esistono più le stagioni: l’inquinamento ha modificato anche il tempo meteorologico. Durante l’estate, diciamo ad agosto, i 40 gradi sono diventati normali. Non si può andare avanti in questo modo. Ma perchè ci ostiniamo a non cambiare la situazione? Ma poi in fondo ci conviene proprio tanto? Le conseguenze le stiamo già subendo: la gente muore per tumori che hanno come causa l’inquinamento; gli alimenti che mangiamo non sono sani. Proprio non capisco. E non venite a dirmi che se si sfrutta la cosidetta “energia pulita”, l’economia mondiale va in crisi. Non venite a dirmi che il petrolio non può essere sostituito. E non ditemi nemmeno che ci state provando. Non è vero. Visto che vi piacciono tanto le leggi, fatene una che veramente serve a qualcosa. Non vendete più macchine che inquinano. Sfruttiamo quelle elettriche; non me ne frega se vado a 150 Km/h o a 60 Km/h. Eliminate dal mondo tutte quelle industrie che dipingono il cielo di nero e tingono le acque di giallo. Sfruttate altre risorse. Il sole costituisce il 99,85% dell’intera massa del nostro Sistema solare, emette energia praticamente infinita per l’uomo: sfruttiamola. Qui in Molise, ultimamente sono state impiantate le pale eoliche: che soddisfazione! Spero almeno che venga utilizzata quell’energia! Chissà se un giorno il problema inquinamento non esisterà più: io spero proprio di si, ma oggi la vedo triste la situazione, molto triste.
A cura di Giulia
SHARE THIS: