Cinema e Tv

La storia Iqbal

17 Gen 2012

In classe abbiamo visto un film: “La storia di Iqbal”. In questo film è raccontata la storia vera di un bambino che viene venduto dal padre ad un produttore di tappeti. Iqbal è costretto a lavorare in condizioni pietose, dalla mattina alla sera, con una paga molto bassa, senza poter alzarsi e senza poter mai giocare. Addirittura è legato al suo telaio con delle catene che solo il padrone può sciogliere. Non può vedere più i propri genitori che non sanno cosa lui stia veramente passando. Oltretutto viene ingannato sul suo lavoro: un giorno gli dicono di avere rovinato un tappeto quando non era vero, quel tappeto era perfetto e l’avrebbero venduto ad un prezzo molto alto.

Nelle fabbriche di tappeti sfruttano i bambini più piccoli perché hanno mani più adatte a fare nodi di dimensioni tali da aumentare il valore del manufatto.

Dopo una visita di un uomo (probabilmente un sindacalista) che è contro lo sfruttamento minorile, Iqbal si rende conto delle ingiustizie che subisce. Riesce a scappare più e più volte, ma ogni volta lo beccano e lo puniscono pesantemente, fino a che non si rivolge a quest’ uomo che lo salva e lo protegge. Il sindacalista insieme a Iqbal denuncia lo sfruttamento alla magistratura e quindi il giudice emette un’ordinanza per la liberazione dei bambini e la chiusura delle attività illecite. Poliziotti inizialmente corrotti e conniventi con i padroni, in seguito all’ordinanza devono arrestare i padroni o comunque intervenire. Questa lotta si allarga anche contro altri padroni di altre fabbriche. Dal film si capisce che il commercio indiano si basa sullo sfruttamento minorile e quindi i grandi politici indiani si arrabbiano e cercano di porre fine a questa rivolta, provando a uccidere Iqbal molte volte. Iqbal vince anche un premio annuale che veniva dato a un solo bambino in tutto il mondo, se faceva qualcosa di importante e giusto.

Iqbal alla fine viene comunque assassinato nel 1993 da chi era contro di lui. Però il suo nome e la sua faccia sono rimasti come simbolo dell’unione contro lo sfruttamento minorile in tutto il mondo.

In classe abbiamo parlato del film e ci sembra molto strano che nel 2011 ci siano ancora delle mostruosità contro chi non si sa difendere.

A cura di Arianna e Tommaso


CONDIVIDI:

Articolo precedente

Articolo successivo