La nuova sfida di Putin cui l’Occidente non ha ancora risposto
Dopo diversi giorni durante i quali le forze russe hanno spadroneggiato in Crimea, Putin ordina lo stop delle esercitazioni militari vicino alla frontiera ucraina e blocca l’offensiva militare per difendere il popolo ucraino, senza però ritirare le proprie unità dalla Crimea. Perché?
Innanzitutto la politica russa di fronte a quest’ultima crisi provocata dal Cremlino non è mai stata chiara: disconosce le truppe ma le manda al fronte con targhe russe, elimina le mostrine dalle uniformi, ma ordina il cessare delle operazioni.
Questa ambiguità non può certo essere non voluta, è un sottile gioco politico nel quale i russi sembrano dire, “siamo tanto buoni, ma facciamo come ci pare” dimostrando la loro potenza.
La Russia è troppo potente perché qualcuno abbia il coraggio di reagire difendendo l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Lo aveva profetizzato anche il presidente georgiano nel 2008 che disse :-Oggi la Georgia, domani l’Ucraina, dopodomani i paesi baltici, e poi chissà, forse la Polonia.
Infatti questa situazione ricorda quella georgiana di pochi anni fa, ma anche la “Primavera di Praga” perché la Nato non osa contraddire la Russia, o l’URSS che dir si voglia, vicino ai suoi confini con le sue stesse armi. Infatti i membri più prossimi della Nato che potrebbero difendere l’Ucraina (che, per inciso, sarebbero gli stessi paesi dell’UE in cui l’Ucraina stava per entrare prima del voltafaccia di Yanuchovic) sono paesi con una forza militare esigua rispetto al gigante russo, specie se consideriamo gli effettivi dei singoli stati, e pure questa nuova Aquila Americana che dopo la vittoria della Guerra Fredda si è parzialmente smilitarizzata, potrebbe ben poco rispetto a questo Orso Russo molto simile a quello Sovietico a fronte di un territorio così distante dagli Stati Uniti.
Non restano quindi che gli appelli delle democrazie occidentali che con i loro personaggi di spicco invocano sanzioni economiche e, come il ministro degli esteri tedesco, parlano di una marcia indietro ancora possibile, lasciando però trapelare la loro grande paura per un conflitto alle porte dell’Europa e il loro timore di fronte a un possibile taglio del gas russo dal quale tutti noi dipendiamo e che l’Ucraina sta già subendo.
Tornando quindi all’interrogativo posto alle prime righe la risposta che mi viene in mente è una sola: una dimostrazione di forza, ecco di cosa si è trattato. Lo scopo era questo fin dal principio, dimostrare all’Ucraina che è stata e sarà sempre nell’orbita moscovita e all’Occidente che la Russia fa quello che vuole, olimpiadi invernali in una località di mare, leggi omofobe (tanto alla Russia non importa niente se la Germania aveva uniformi arcobaleno) e pure operazioni militari senza dichiarare guerra, non per proteggere i russofoni di Crimea, ma solo per tutelare i propri interessi, come ha detto lo stesso Putin al telefono con Obama.
Nicola S. Lorenzo C. Ernesto C.
CONDIVIDI: