PINOCCHIO
Capitolo uno
C’era una volta un falegname di nome maestr’Antonio che tutti chiamavano mastro Ciliegia per via della punta del suo naso simile a una ciliegia matura. Maestro Ciliegia trovò un pezzo di legno con cui voleva fare la gamba di un tavolino. Ma quel pezzo di legno era capace di parlare, piangere e ridere come un bambino.
Capitolo due
Geppetto andò da mastro Ciliegia per chiedere un pezzo di legno perchè voleva farsi un bel burattino con cui girare il mondo . -E bravo polentina! – fu la risposta. Geppetto non sopportava di sentirsi chiamare in quel modo e andò su tutte le furie pensando che fosse stato maestro Ciliegia. Così i due vecchietti se le diedero di santa ragione. Ma poi fecero la pace e mastro Ciliegia regalò a Geppetto il pezzo di legno. Mentre glielo porgeva il pezzo di legno gli dette uno scossone e colpì Geppetto sugli stinchi. Geppetto si arrabbiò moltissimo e si dettero ancora le botte. Poi rifecero la pace e Geppetto tornò a casa zoppicando.
Capitolo tre
Tornato a casa Geppetto cominciò a costruire il burattino pensando di chiamarlo Pinocchio. Quando gli fece gli occhi, questi iniziarono a muoversi, quando fece il naso, prese ad allungarsi da solo. Dopo il naso, la bocca gli fece una linguaccia. Fatte le mani, subito presero la parrucca di Geppetto. Finiti i piedi Pinocchio cominciò a correre e a scappare per le strade. Un carabiniere lo afferrò per il naso e lo restituì a Geppetto. Ma la gente per strada, prese a malignar sul povero Geppetto e così fu lui a finire in prigione.
Capitolo quattro
Quel monello di Pinocchio, liberatosi delle grinfie del carabiniere, cominciò a scappare per i campi finchè arrivò a casa. Entrato in casa sentì qualcuno che faceva: “Cri, cri”. Era il Grillo parlante che disse di abitare in quella casa da più di cent’anni. Pinocchio avrebbe voluto cacciarlo via, ma il grillo gli disse: “Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori, non avranno mai bene in questo mondo”. Pinocchio replicò dicendo che nella vita non desiderava far altro che mangiare, bere e divertirsi. Il grillo rispose dicendo a Pinocchio che aveva la testa di legno. Allora il burattino spazientito schiacciò con un martello di legno il povero grillo.
Capitolo cinque
Pinocchio aveva tanta fame e si mise a frugare per tutta la casa. Ad un certo punto vide un uovo nella spazzatura. Lo prese, fece per metterlo nel tegamino e, invece della chiara e del tuorlo, uscì fuori un pulcino che lo ringraziò per averlo liberato e volò via dalla finestra. Pinocchio cominciò a lamentarsi dicendo che era meglio se avesse dato ascolto al grillo parlante.
Capitolo sei
Era una nottataccia d’inverno, tuonava e lampeggiava e c’era un ventaccio freddo. Pinocchio decise di recarsi in paese. Sembrava il paese dei morti perchè tutto era chiuso e le strade erano deserte. Pinocchio suonò il campanello di una casa e chiese un po’ di pane al vecchietto che si era affacciato. Quando il signore tornò gli buttò in testa una catinella piena d’acqua pensando che fosse uno di quei ragazzacci che si divertono a molestare la gente. A quel punto Pinocchio, bagnato come un pulcino, tornò a casa triste, sconsolato e affamato. Si mise a sedere e appoggiò i piedi bagnati su un caldano pieno di brace accesa e si addormentò. Nel dormire i piedi si bruciarono. La mattina dopo qualcuno bussò alla porta: era Geppetto.
Capitolo sette
Geppetto chiese a Pinocchio di aprire la porta di casa, ma Pinocchio disse di non poterlo fare perchè aveva i piedi bruciati. Geppetto pensò che si trattasse di un altro scherzo di Pinocchio e decise di passare dalla finestra. Quando si accorse che davvero non aveva più i piedi si intenerì, lo baci e lo abbracciò. Pinocchio allora si mise a piangere e gli raccontò tutto ciò che gli era successo. Dopo Geppetto capì che Pinocchio aveva tanta fame e allora gli diede tre pere. Pinocchio le volle sbucciare e Geppetto lo accontentò, ma mise da parte le bucce e i torsoli. Ma la fame di Pinocchio era così forte che dopo le pere mangiò anche le bucce e i torsoli e Geppetto disse: – Non bisogna avvezzarsi né troppo sofisticati né troppo delicati di palato!
Dopo che Pinocchio si era tolta la fame cominciò a piangere perché rivoleva i suoi piedi. Geppetto lo fece piangere per mezza giornata perchè era stato monello. Pinocchio allora promise che non avrebbe più fatto il birbone. Quindi Geppetto gli rifece i piedi. Quando si accorse di avere di nuovo i piedi cominciò subito a sgambettare e disse che sarebbe andato a scuola e avrebbe ubbidito a Geppetto. Per andare a scuola, però, gli mancavano un vestito e un libro. Dunque Geppetto uscì di casa con la sua casacca e tornò poco dopo in maniche di camicia, ma con l’abbecedario per Pinocchio. Pinocchio gli saltò addosso alla gioia e lo riempì di baci per ringraziarlo della sua gentilezza e generosità d’animo.
Capitolo nove
Pinocchio se ne andò a scuola deciso a fare il bravo davvero. Durante il tragitto, però, gli arrivò alle orecchie la musica del Gran Teatro dei burattini. Pinocchio decise di andare a vederlo e per quattro soldi vendette l’abbecedario.
Capitolo dieci
Sul palco del Gran Teatro dei burattini c’erano Arlecchino e Pulcinella. Appena videro Pinocchio interruppero lo spettacolo e lo chiamarono sul palcoscenico per festeggiarlo. A causa della confusione che fecero, il burattinaio si arrabbiò molto e siccome gli mancava la legna per cuocere la cena decise che Pinocchio sarebbe finito sul fuoco.
Capitolo undici
Grazie all’intervento del suo amico Arlecchino Mangiafuoco starnutì e perdonò Pinocchio. Pinocchio, a sua volta, difese dalla morte Arlecchino.
Capitolo dodici
Mangiafuoco regalò cinque monete d’oro a Pinocchio affinchè le portasse al povero Geppetto. Per strada, però, incontrò un Gatto cieco e una Volpe zoppa che, appena seppero delle monete d’oro, cercarono di abbindolare Pinocchio. Gli proposero di andare nel paese dei Barbagianni dove si trova un Campo dei Miracoli in cui si possono piantare i soldi e il giorno dopo c’è un albero carico di zecchini d’oro. Pinocchio seguì il gatto e la volpe.
Capitolo tredici
Pinocchio camminò tutto il giorno, insieme alla Volpe e al Gatto, finchè arrivarono all’osteria del Gambero Rosso. Lì si fermarono a mangiare e a riposare. Si raccomandarono all’oste che li svegliassero a mezzanotte. Pinocchio stava sognano di essere in mezzo a un campo pieno di alberi carichi di grappoli pieni di zecchini d’oro, quando fu svegliato. Era mezzanotte, ma i suoi amici erano già partiti lasciandogli da pagare il conto. Fuori era buio pesto e Pinocchio incontrò l’ombra del Grillo-parlante che gli consigliò di tornare indietro, ma lui non gli diede ascolto.
Pinocchio incontrò gli assassini che volevano i soldi. Pinocchio li nascose sotto la lingua, ma se ne accorsero e cercarono di aprirgli la bocca con un coltellaccio. Pinocchio morse la mano dell’assassino e gliela staccò e si accorse che era una zampa di gatto. Pinocchio quindi cominciò a scappare per la campagna.
Capitolo quindici
Pinocchio vide una casina bianca e sperò di essere salvo. Provò a bussare alla porta, ma non rispose nessuno. Ad un certo punto si affacciò alla finestra una bambina con i capelli turchini che diceva di essere morta. In quel momento lo raggiunsero gli assassini che decisero di impiccarlo alla Quercia grande .
La Fata Turchina, impietositasi nel vedere il povero Pinocchio appeso all’albero, lo fece raccogliere e portare in casa. Pareva morto, quindi la fatina fece chiamare tre medici illustri: il Corvo, la Civetta e il Grillo-parlante il quale disse che Pinocchio era un monello e un figlio disubbidiente. Allora Pinocchio si mise a piangere.
Capitolo diciassette
La Fata Turchina si accorse che Pinocchio aveva la febbre alta. Allora cercò di dargli una medicina, promettendogli che, per rifarsi la bocca, dopo averla bevuta, gli avrebbe dato uno zuccherino. Pinocchio non ne voleva proprio sapere di bere la medicina. Allora arrivarono quattro conigli neri con una bara sulle spalle. Pinocchio si decise quindi di prendere la medicina. Successivamente disse alla Fata che aveva perso le monete d’oro, mentendo, e allora gli crebbe il naso.
Pinocchio piangeva disperatamente a causa del naso lungo. La Fatina lasciò che piangesse per una buona mezz’ora per dargli una severa lezione e perchè imparasse a togliersi il vizio di dire bugie. Poi chiamò i Picchi che gli beccarono il naso facendolo tornare normale. In seguito Pinocchio uscì di casa per andare dal babbo, ma incontrò il Gatto e la Volpe che lo condussero al Campo dei Miracoli, dove Pinocchio seminò i quattro soldi.
Pinocchio tornò al campo e scoprì che le quattro monete che aveva seminato erano scomparse. Sentì un pappagallo che rideva e gli disse che le sue monete erano state rubate dalla Volpe e il Gatto. Allora Pinocchio andò dal giudice scimmia per denunciare l’accaduto e per castigo si buscò quattro mesi di carcere.
Capitolo venti
Pinocchio si mise a correre per andare a casa, pensando al suo babbo e alla fatina e fece mille buoni propositi. Lungo il tragitto però, incontrò un brutto serpente verde, con gli occhi rosso fuoco e la coda a punta che fumava. Pinocchio aspettò che se ne andasse, ma il serpente non si muoveva. Allora Pinocchio cercò di scavalcarlo, ma il serpente si girò di colpo e Pinocchio finì col capo conficcato nel fango. Il serpente dalle risate scoppiò e morì davvero. Pinocchio riprese il suo cammino, ma fu preso dalla fame ed entrò in una vigna per cogliere dell’uva, ma rimase preso da una trappola.
Capitolo ventuno
Pinocchio fu trovato dal contadino pensando che fosse una faina. Poi lo portò a casa sua e gli fece fare il cane da guardia al posto del cane che gli era morto il giorno stesso. Gli infilò il collare con gli spunzoni di ottone e la catena. Pinocchio si addormentò nella cuccia.
Capitolo ventidue
Pinocchio fu svegliato dalle faine chi gli proposero un accordo come avevano con il vecchio cane morto, Melampo. Le faine avrebbero rubato otto galline, una delle quali l’avrebbero data al cane se non avesse abbaiato . Ma Pinocchio abbaiò svegliando il contadino che poi lo premio e lo lascio libero.
Capitolo ventitrè
Finalmente libero Pinocchio riprese la sua corsa verso la casa della Fata Turchina. Ma la casa bianca non c’era più, al suo posto trovò una lapide con sopra scritto: “Qui giace la bambina dai capelli turchini, morta di dolore per essere stata abbandonata dal suo fratellino Pinocchio”. Pinocchio si mise a piangere disperatamente, finchè arrivò un Colombo che cercava proprio Pinocchio. Il Colombo fece salire in groppa Pinocchio per condurlo alla spiaggia dove Geppetto stava costruendo una barca per andare a cercare Pinocchio oltre l’Oceano. Ma quando arrivano il mare era molto agitato e la barchetta su cui era Geppetto era in balia delle onde. Pinocchio si gettò in mare per cercare di salvare il suo povero babbo.
Capitolo ventiquattro
Pinocchio nuotò tutta la notte e all’ alba si ritrovò su un’isola. Vide un delfino da cui seppe che Geppetto era stato inghiottito da un Pesce-cane. Sull’isola c’era il paese delle Api industriose dove tutti lavorano ed hanno qualcosa da fare. Tormentato dalla fame, Pinocchio chiedeva l’elemosina a tutti quelli che passavano, ma trovò solo gente che gli offriva lavoro. Ma Pinocchio non voleva lavorare. Alla fine trovò una donnina che in cambio di un pasto gli offrì di portare una brocca d’acqua e Pinocchio accettò. A casa della donnina si saziò ben bene e poi riconobbe in lei la Fata Turchina.
Capitolo venticinque
Quella donnina era davvero la Fata. Pinocchio le chiese come aveva fatto a diventare grande e aggiunse che anche lui avrebbe voluto crescere. La Fata rispose che solo i bambini possono crescere, ma se Pinocchio diventasse un ragazzino per bene….. Allora Pinocchio cominciò a fare mille promesse, perchè la vita del burattino gli era venuta a noia e voleva diventare un bambino vero.
Capitolo ventisei
Il giorno dopo Pinocchio andò davvero a scuola, e anche i giorni successivi. All’inizio i compagni lo presero in giro, ma dopo aver provato i suoi piedi e il suo gomito cominciarono a rispettarlo. Un giorno però alcuni “compagnacci” gli dissero che nel mare era arrivato un Pesce- cane. Pinocchio, pensando che potesse essere il Pesce-cane che aveva inghiottito il suo babbo, decise di andare.
Capitolo ventisette
Ma nel mare non c’era alcun Pesce-cane. I compagni di Pinocchio gli avevano fatto uno scherzo per non farlo andare a scuola e per pulirlo perché studiava troppo, facendo sfigurare i compagni che non avevano voglia di studiare. Finirono per litigare e cominciarono a volare anche i libri. Un libro però colpì un ragazzo alla testa. Tutti scapparono tranne Pinocchio che rimase vicino al compagno ferito che si chiamava Eugenio. Arrivarono poi due carabinieri che lo arrestarono. Pinocchio cercò di scappare ma i carabinieri lo fecero inseguire da un veloce cane mastino.
Capitolo ventotto
Il cane, che si chiamava Alidoro, aveva quasi raggiunto Pinocchio. Per fortuna il mare era vicino e Pinocchio si tuffò e Alidoro dietro. Ma il cane non sapeva nuotare e sarebbe affogato se Pinocchio non lo avesse salvato, in cambio ottenne di non essere più inseguito. Poi Pinocchio si tuffò e nuotò fino ad una grotta e finì in una rete insieme ad altri pesci. Dalla grotta uscì un pescatore tutto verde che disse di non aver mai mangiato un pesce-burattino e cominciò ad infarinarlo….
Capitolo ventinove
Pinocchio fu salvato dal cane Alidoro che, sentendo l’odore di frittura, si era precipitato nella grotta e dopo aver riconosciuto Pinocchio lo aveva salvato conducendolo sulla spiaggia. Dopo, Pinocchio riprese la strada di casa, sperando che la Fata lo perdonasse. Era notte, pioveva a catinelle e la Fata dormiva. Pinocchio bussò alla porta e si affacciò una Lumaca che gli aprì la porta solo dopo nove ore, dopo che Pinocchio aveva tirato una pedata all’uscio e gli era rimasto il piede conficcato dentro. Pinocchio aveva molta fame e la Lumaca gli portò un vassoio d’ argento con pollo arrosto, pane e albicocche finte. A quel punto Pinocchio svenne e si risvegliò su un sofà con la Fata accanto. La Fata perdonò Pinocchio che promise che sarebbe diventato un bravo bambino e così fu. Agli esami finali delle vacanze ebbe l’onore di essere il più bravo della scuola e la Fata organizzò una festa per lui e gli promise che il giorno dopo sarebbe diventato un bambino vero.
Capitolo trenta
Pinocchio corse ad invitare i suoi amici alla festa quando incontrò Lucignolo, il ragazzo più birichino della scuola. Era nascosto sotto un portico che aspettava un carro che sarebbe passato a mezzanotte e l’avrebbe condotto nel Paese dei Balocchi. Lì non vi erano scuole, né maestri, né libri e il giovedì non vi era scuola e ogni settimana era composta di sei giovedì e di una domenica. Pinocchio aspettò con Lucignolo finchè arrivò il carro.
Capitolo trentuno
A mezzanotte arrivò il carro che portava nel “Paese dei balocchi” trainato da ventiquattro ciuchini che, invece dei ferri ai piedi, avevano degli stivaletti bianchi. Il carro era pieno di bambini e anche Pinocchio alla fine decise di partire. Viaggiarono tutta la notte e la mattina dopo si ritrovarono nel “Paese dei Balocchi” dove tutti giocavano e non c’erano né scuole, né maestri, né libri. Il divertimento durò cinque mesi ma una mattina Pinocchio ebbe una brutta sorpresa…..
Capitolo trentadue
A Pinocchio spuntarono due orecchie d’asino e la Marmottina che lo sentì piangere disse che era la febbre del somaro che significava che dopo poche ore sarebbe diventato asino perché non era andato a scuola e non aveva studiato. Pinocchio dette la colpa a Lucignolo. Dopo andò a cercarlo e scoprì che anche a lui erano spuntate le orecchie.
Capitolo trentatrè
L’omino di burro che aveva condotto Pinocchio e Lucignolo nel “Paese dei Balocchi” bussò alla porta dove si trovavano i due ragazzi, ma vedendo che nessuno gli apriva, sfondò la porta con un calcio. Poi li strigliò ben bene e li portò in piazza per vederli. Lucignolo fu venduto a un contadino mentre Pinocchio lo comprò il Direttore di un circo che lo ammaestrò a forza di frustate. In tre mesi imparò a saltare e a ballare così bene da diventare la nuova stella del circo. Una sera, durante uno spettacolo vide su un palco la Fata, ma dopo poco tempo non la vide più. In seguito quando provò a saltare nel cerchio gli rimase una zampa incastrata nel cerchio stesso e cadde a terra e rimase zoppo. Il proprietario dovette venderlo e Pinocchio fu comprato da un signore che con la pelle del ciuchino ci voleva fare un tamburo. Il signore legò al collo del ciuchino una corda con appesi dei sassi e lo buttò in acqua.
Capitolo trentaquattro
Il compratore aspettò seduto sullo scoglio per un’ ora e quando decise di tirarlo fuori scoprì che era un burattino. Pinocchio gli raccontò la sua storia perché il compratore gli aveva chiesto dov’era finito l’asino che aveva buttato in acqua. Il compratore, per recuperare i suoi soldi, decise di riportarlo al mercato per venderlo come legna da ardere. Ma Pinocchio sveltissimo, si gettò in acqua e cominciò a nuotare. In mezzo al mare, in lontananza, vide uno scoglio con sopra una capretta dalla lana color turchino. Pinocchio cercò di raggiungere lo scoglio ma fu inghiottito da un Pesce-cane, dove incontrò un Tonno. Pinocchio poi vide, nel buio, in lontananza, dentro la pancia del pesce, un lumicino.
Capitolo trentacinque
Cammina, cammina Pinocchio si ritrovò in fondo alla pancia del Pesce-cane dove incontrò il suo povero babbo Geppetto. Si abbracciarono, era due anni che non si vedevano e Pinocchio gli raccontò tutto quello che gli era successo. Poi Pinocchio decise di scappare con il suo babbo e attraversarono tutto il corpo del Pesce-cane alla gola. Il Pesce-cane soffrendo di asma e di cuore, dormiva a bocca aperta e Pinocchio e Geppetto, si affacciarono al principio della gola,camminarono in punta dei piedi sulla lingua, ma poi il Pesce-cane starnutì e i due si ritrovarono in fondo allo stomaco. Pinocchio rifece tutta la strada insieme con il suo babbo per mano, poi prese Geppetto sulle spalle e riuscì a gettarsi in mare.
Pinocchio nuotò e nuotò fino a che gli mancarono le forze. Per fortuna ad un certo momento passò di lì il Tonno che aveva incontrato nella pancia del Pesce-cane e che li fece salire in groppa e li mise in salvo. Arrivati a terra Pinocchio e Geppetto camminarono finchè trovarono una capanna che era stata donata dalla Fata al Grillo parlante. Pinocchio cominciò a lavorare per poter curare il suo babbo malato. Vide anche Lucignolo in fin di vita per aver fatto la bestia di fatica per un contadino. Un giorno incontrò la Lumaca da cui seppe che la Fata si trovava all’ospedale e lui le diede i quattro soldi per curarla. Una sera poi si addormentò e sognò la Fata. Quando si svegliò si guardò allo specchio e si vide trasformato in bambino …
Fine
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