Cronaca Progetti

INTERCULTURA: PROGETTO O VITA?

28 Mar 2014

Disegno di un gruppo di gente che si tiene per manoAlcuni ragazzi delle terze hanno partecipato al concorso della Nazione del ” Campionato Giornalismo”. Hanno trattato l’argomento dell’ intercultura per capire e conoscere i ragazzi stranieri e scoprire come vivono, le loro abitudini e le differenze tra l’ Italia e il loro paese d’origine. Hanno cosi vissuto un’ esperienza che gli ha fatto comprendere le difficoltà che trovano questi ragazzi abbandonando il loro paese. Facendo delle ricerche sul web hanno scoperto che c’è un aumento di studenti stranieri che si sono iscritti alle nostre scuole. Attraverso i loro racconti i ragazzi delle terze si sono avvicinati a loro creando legami di amicizia e con l’ aiuto della settimana dell’ intercultura vogliono far capire che l’ obbiettivo della nostra scuola è quello di inserire l’intercultura nel nostro quotidiano. Un ragazzo straniero di 3 C ha scritto una lettera ad un amico lasciato nel suo paese natio e i suoi compagli gli hanno fatto sapere con una loro lettera che grazie a lui la loro vita è cambiata.

Post-it di tanti colori con scritto "grazie" in tante lingue

Ecco la lettera del ragazzo :
CARO Soufiane,
l’ultima volta che ci siamo visti è stata quest’estate. Mi manca il Marocco,
ma sono felice di essere in Italia, perché finalmente posso rivedere
mio padre. Sono qui da tre mesi, il mio viaggio è stato lungo e faticoso.
Sono partito da Marrakesh e ho viaggiato in pullman fino a Tangeri,
poi mi sono imbarcato per la Spagna. Ho attraversato la Francia
ed infine sono giunto in Italia.
Durante il viaggio il pensiero che stavo per arrivare in un nuovo paese
ha suscitato nel mio animo tante sensazioni contrastanti. Che cosa
mi attendeva? Come sarebbe stata la terra in cui sarei giunto? Avrei
trovato nuovi amici disposti ad accogliermi?
Sarei andato incontro a una vita migliore? Al mio arrivo in Italia per le prime due settimane sono stato ospite dei miei zii. Poi sono andato a vivere ad Empoli in una zona residenziale e in una casa più moderna. Vado a scuola a Scandicci e sono in classe con 20 ragazzi, che mi aiutano a imparare
l’italiano. I giorni scorrono in fretta e il pomeriggio gioco a calcio nella Settignanese, che è una squadra migliore del Wask in Marocco.
Il venerdì vado in moschea e partecipo al Salat, una celebrazione
islamica. Ti confesso che mi manca la mia terra e mio cugino Abd Adime; spesso in me riaffiora il ricordo di quando passavamo intere giornate a parlare, ridere e giocare; però allo stesso tempo sono felice perché i miei nuovi amici mi regalano momenti di gioia.
Adam

E ora la lettera dei compagni:
CARO Adam, grazie per la tua amicizia. Con te abbiamo riso, ci siamo divertiti e abbiamo imparato quanto sia difficile lasciare la propria terra e distaccarsi dagli affetti più cari. Spesso con te ci domandiamo che cosa proveremmo se fossimo costretti a lasciare tutto. Ogni volta ci emozioniamo e ci smarriamo attraverso il tuo sguardo per le strade della tua terra e riviviamo il dolore della partenza e le aspettative che sono fiorite nel tuo cuore quando sei arrivato in un paese non tuo. Attraverso la luce dei tuoi occhi ci arricchiamo di un’umanità più profonda. Grazie Adam, per
quello che ogni giorno ci doni con la tua preziosa presenza!
I tuoi compagni

a cura di: Martina Fallai, Francesca Barucci e Tommaso Caparrini


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