Società e cultura

Film “Sbirri”

10 Mag 2013

Il film “Sbirri”, risalente al 2009, diretto da Roberto Burchielli, vede come protagonista Raul Bova nei panni di Matteo Gatti, un giornalista.
Il genere del film è drammatico/film-documentario ed è ambientato principalmente a Milana con qualche scena a Roma.
Matteo Gatti, a causa del suo lavoro, si vede costretto a trascurare la sua famiglia composta da sua moglie Sveva e dai suoi figli, uno che deve ancora nascere e uno, Marco, di sedici anni.
Un giorno, Matteo, per cercare di avvicinarsi a Marco, gli dà il permesso di fare un viaggio a Milano per incontrare delle ragazze appena conosciute senza prima confrontarsi con Sveva.
Un notte, mentre i coniugi dormono, ricevono una telefonata dove vengono a sapere che Marco è morto in seguito all’assunzione di droga. Quindi hanno una crisi familiare e Matteo da Roma si precipita a Milano per scoprire qualcosa di più sulla morte di suo figlio.
A questo punto Matteo, in veste di giornalista, intraprende con la Squadra Speciale della Polizia Antidroga. Viene così a conoscenza di quanto rapida e drammatica sia l’espansione di un fenomeno che colpisce tutte le classi sociali coimvolgendo migliaia di ragazzi sempre più giovani.
Mentre si trova a Milano, Matteo inizia a ricevere dei video del figlio dal giorno del suo sedicesimo compleanno fino a quello della sua morte e comprende che non conosceva veramente suo figlio e si rende conto di quanto quest’ultimo lo stiasse nonostante la sua lontananza.
Infine Matteo e Sveva si riuniscono e il giornalista torna a Roma da sua moglie e dal figlio ormai nato, per iniziare una nuova vita.
Le tematiche del film sono molte ma le principali sono due; naturalmente al primo posto troviamo il problema della droga e della sua espansione veloce e pericolosa. Un’altra tematica è la lontananza tra il figlio e il padre e la mancanza di affetti e attenzioni che Marco avrebbe desiderato da Matteo. Si trovano infatti delle riflessioni sui rapporti tra i due genitori e tra i genitori e i figli.
“Sbirri” è un film-documentario che appunto serve a far riflettere sulla droga, i comportamenti giovanili e le disattenzioni dei genitori.
La droga si potrebbe paragonare a un’enorme pianta parassita che bisogna estrpare radicalmente; i giovani dovrebbero cercare di non cadere i questo inferno, ma la società deve anche cercare di combattere questo commercio che porta ricchezza e guadagni illegali e criminali.


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