La pietra serena è una pietra naturale di grana finissima e compatta, dalla sostanza omogenea e uniforme, di colore grigio che si avvicina all’azzurro. Ha una granulometria variabile e una tessitura omogenea con puntini lucenti dovuti alla presenza di scagliette di mica. Il suo composto la rende ideale nell’abbinamento con altri materiali come il cotto, il legno, il marmo, il mattone, il metallo e il vetro. Così che può essere utilizzata per l’architettura, restauro…
Grazie alla sua lavorabilità, unita a caratteristiche naturali, può essere utilizzata in ogni tipo di ambiente.
Fin dal Rinascimento italiano, nato a Firenze, la pietra serena è presente soprattutto in ambienti pubblici perché resiste agli agenti atmosferici.
Viene lavorata in diversi modi:
– scalpellata: è una lavorazione eseguita a mano o con l’utilizzo di macchine con denti a pettine, con la quale si ottiene una superficie leggermente rigata;
– fiammata: è un trattamento antiusura svolto con una fiamma ad alta temperatura da cui si ricava una superficie ruvida;
– levigata: è una tecnica con cui si ricava una superficie liscia grazie a macchine dotate di lame e fogli abrasivi che con l’aiuto dell’acqua piallano la pietra;
– bocciardata: con l’utilizzo di una bocciarda (attrezzo dotato di punte), manovrata manualmente o con una macchina si ricava una superficie grezza;
– rigata: con questo metodo si praticano incisioni lineari di diversa larghezza e/o profondità;
– sabbiata: con un potente getto di sabbia mista a graniglie metalliche si ottiene una superficie ruvida;
– broccata: la pietra prima viene sabbiata e poi spazzolata;
– a canapa: la pietra viene rotolata sopra un rullo con punte aguzze.
Esistono due principali varietà di pietra serena: l’arenaria di Monte Modino, a grana medio-fine, e l’arenaria macigno, a grana medio-grossa. Il punto più debole della pietra serena è la riduzione di resistenza se posta a contatto con gli agenti atmosferici; il degrado si crea con formazione e cadute di croste parallele alla superficie. La decomposizione dei cloriti cambia il colore della pietra serena che diventa avano, in questo modo, si arriva ad una decomposizione per disfacimento.
Storia:
La pietra serena venne usata dagli etruschi per costruire le mura di Fiesole e le tombe di Comeana e dai romani per costruire il tempio di Marte a Firenze. Filippo Brunelleschi, invece, la utilizzò per la costruzione dell’ospedale Degli Innocenti… Da allora l’uso della dicromia grigio/bianco nell’architettura rinascimentale divenne uno stile molto usato. Se la pietra è a grana fine si può scolpire, infatti, venne usata in decorazioni architettoniche e in sculture.
La pietra serena proviene soprattutto dall’appennino tosco-romagnolo, viene estratta dalle cave che circondano Firenze. La lavorazione di questa pietra ha caratterizzato l’attività lavorativa di molte aree della Toscana da cui sono nate figure artigianali come scalpellino. Gli scalpellini, motore dell’economia dei paesi in cui si estraeva la pietra, si suddividevano in classi:
– “la primissima” o “capibranca” avevano maggiore esperienza e la paga più alta;
– i cavatori, scalpellini di grande esperienza ma meno dediti al lavoro fine e meno veloci;
– bardotti, perlopiù ragazzi che svolgevano i lavori più faticosi e avevano la paga più bassa.
A cura di Erica e Jessica
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