Società e cultura

I diritti internazionali dell’uomo

22 Mar 2013

Il giorno 8 marzo la nostra classe ha svolto un progetto in collaborazione con l’associazione Emergency. Essa, nata nel 1994, è un’organizzazione ONLUS (senza scopo di lucro), che assiste i reduci di guerra coi servizi sanitari e chirurgici, inoltre costruisce ospedali nei luoghi dove sono assenti o dove le cure sono a pagamento. Si occupa della tutela dei diritti dell’uomo, raccolti in un volume costituito da 30 articoli, la “Dichiarazione dei diritti umani”. Essa venne scritta nel 1948 dopo la Seconda guerra mondiale, perché quei diritti non venissero più “calpestati” come in quell’orribile occasione. Il diritto più importante è quello alla vita, (art. 3, comprendente anche la libertà e la sicurezza) spesso però durante i conflitti muoiono molte persone locali, innocenti. La maggior parte sono bambini, infatti il 34% dei civili morti hanno un’età inferiore ai tredici anni.
Un altro diritto fondamentale è quello che giudica tutti gli esseri umani uguali. Purtroppo però nel mondo non è così, perché ci sono abissali differenze tra il mondo occidentale e quello degli stati del Sud.
L’articolo 25 dice che ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire il proprio benessere e della propria famiglia. Nel mondo più di un miliardo di persone vive con mezzo dollaro al giorno, 14.400 bambini muoiono di fame e 925 milioni ne soffrono. Quest’articolo dice inoltre che ogni individuo ha diritto alle cure ed a un’assistenza medica necessarie, ma neanche questo vale per la popolazione di tutto il mondo, perché in molti paesi queste sono a pagamento e molte persone, che non hanno sufficienti disponibilità economiche, non ne possono disporre.
Sempre l’articolo 25 dice che la maternità e l’infanzia hanno diritto alle cure e all’assistenza, ma più di un quarto di bambini nel mondo non riceve vaccinazioni e le donne che partoriscono in casa, nella maggioranza dei casi muoiono.
L’articolo 26 emana che ogni individuo ha diritto all’istruzione, ma nel mondo 140 milioni di bambini non vanno a scuola ed il 60% sono femmine.
L’articolo 23, invece dichiara che ogni individuo ha diritto a lavorare in giuste condizioni e sono protetti dalla disoccupazione, però spesso le persone sono costrette a lavorare su campi minati col rischio di inciampare in una mina, o a coltivare in altre zone pericolose per 12-14 ore al giorno.
La guerra, che distrugge questi diritti fondamentali, potrebbe cessare se solo le potenze mondiali lo volessero, infatti basterebbe un impegno economico nettamente minore per risolvere problemi sociali come ad esempio la fame nel mondo. Perciò, con la fine della guerra., si otterrebbe anche il rispetto di questi diritti.
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