Cap. 1
POKONASO INCONTRA OKKIBUFFI
con il naso piccolino,
combinava molti guai
e non ascoltava mai!
e ha fatto spengere il fuoco!
A Neanderthal c’erano tanti animali
ma non normali!
Il giorno dopo va al mercato
dove non era mai stato,
un mammùt ha comprato
che di nome non fa Fuffi
ma si chiama Okkibuffi.
Ritornando dalla festa
si è perso nella foresta,
il suo babbo che borbotta
lo riporta alla grotta
Okkibuffi il suo amichetto
tutta la notte lo ha protetto.
Cap. 2
LA COLLANA DI CONCHIGLIE
La collana di conchiglie della zia,
fa venire alla mamma un po’ di gelosia.
Le conchiglie sono al mare,
Pokonaso le dovrà trovare
se una bella collana alla mamma vuol fare!
Pokonaso non dormì,
ma, all’aurora svegliò Okkibuffi e partì.
Al mare son arrivati
ma lungo la strada dei pericoli ci sono stati:
un orso affamato
e un rinoceronte assonnato;
Pokonaso al mare era arrivato
ma nessuna conchiglia aveva trovato.
La mattina non c’era più il mare
e le conchiglie riesce a trovare:
come un prato di tanti fiori.
Mentre con la sabbia Pokonaso giocava
l’acqua piano piano tornava.
L’acqua era alta, se sulla spiaggia voleva tornare
sulla groppa di Okkibuffi doveva montare.
Al ritorno Babbo arrabbiato,
chiese a Pokonaso “Dove sei stato?”
Alla fine tutto è perdonato
e, la collana di conchiglie Pokonaso alla mamma ha regalato!
Cap. 3
IL GRANDE ALCE
La caverna dove Pokonaso viveva
si trovava vicino a un torrente che scorreva.
Il fiume era poco profondo
e del panorama si vedeva solo lo sfondo.
Quando poi diventa più stretto
risaliva alla valle svelto svelto.
Poi precipitava in tante cascatelle
e formava le acque del lago molto belle.
A Pokonaso piaceva salire fino in cima alla valle,
si arrampicava e raggiungeva il lago con le sue spalle.
In estate Pokonaso e Okkibuffi guardavano
i pesci nel lago che guizzavano.
E un giorno, mentre a tirare i sassi nel lago giocavano,
Pokonaso fece uno scherzo al suo amico e litigarono:
un urlo assordante nell’orecchio gli emanò
e Okkibuffi arrabbiato verso un cespuglio se ne andò.
Okkibuffi con un osso si bucò
e Pokonaso lo raggiunse e lo aiutò.
Pokonaso quell’osso voleva riprendere
ma scoprì che era un corno e non lo riusciva a prendere.
Verso casa si avviò
e la sua scoperta raccontò.
Il Babbo meravigliato al Grande Alce pensò
e la sua leggenda gli raccontò.
Pokonaso stupito a letto andò
e nei suoi sogni lo immaginò.
La mattina seguente con i genitori a prendere i mirtilli andò,
e dopo averli raccolti tanti su una collina giocò.
Con un urlo improvviso il babbo li fermò
perchè un terreno paludoso si trovò.
A Pokonaso quella pianura così attraente
ora non gli piaceva più per niente.
I mirtilli ritornò a cercare
e i genitori non riuscì più a trovare.
Disperato cominciò a chiamare
e la strada si sforzò di ricordare.
Tutto intorno il terreno paludoso era,
quindi decise di non proseguire per quella sera.
Assopiti nell’erba Pokonaso e Okkibuffi si fermarono
e la notte aspettarono.
All’improvviso un’ombra li oscurò
e il viaggio dietro quella figura ricominciò.
Pokonaso il Grande Alce immaginò che fosse
e lo seguì faticosamente su colline e fosse.
Fino ai genitori lo guidò
e Pokonaso raccontando la sua avventura si addormentò
Il nuovo giorno era arrivato
e Pokonaso con la sua famiglia verso casa era andato.
Strada facendo le orme del Grande Alce avevano avvistato
e i resti di tutte le altre creature nel museo di Edimburgo sono conservate.
Cap. 4
I NASASTRI
Babbo e Pokonaso vanno a pescare
per procurarsi il mangiare.
Pokonaso i pesci fa scappare
dalla riva in mezzo al mare.
Pokonaso va a cercare qualche legnetto
e il suo Babbo prende un sacco di pesci dal laghetto.
Prende anche dei rametti bruciati,
già usati dai Nasastri.
Pokonaso chiede: “Chi sono i Nasastri?”
“Sono brutti, pericolosi e sono dei mostri.”
Tutta la famiglia si rintana dentro la grotta
aspettando di quei mostri la condotta.
Per stare al sicuro
dovettero costruire un muro.
La paura ben presto sparì
E Pokonaso si allontanò di nuovo di lì.
Gli uomini tornarono a cacciare
e Pokonaso e Okkibuffi andarono in cerca di un alveare.
Non trovarono il miele, ma videro una valle
e Pokonaso a Okkibuffi montò sulle spalle:
vide un gruppo di cacciatori
senza alcuni timori
Pokonaso disse: “Che cuccagna!!!!!”
e si misero alla loro calcagna!!!
Purtroppo i Nasastri erano
che subito li rincorrevano.
Corse a più non posso
ma finì in un fosso.
I Nasastri lo catturarono
ed anche lo legarono.
Lui li dovette seguire mestamente,
ma non gli piaceva per niente.
Arrivati all’accampamento
c’era un grande fuoco in mezzo al campo
e Pokonaso pensò di essere mangiato in un lampo.
Uno di loro lo spinse con un bastoncino
e Pokonaso disse: “Hei, non fare il furbino!
Il grande capo aveva un bianco mantello
che non era per niente bello.
Diventò tutto rosso e si arrabbiò.
Pokonaso impaurito
pensava di essere arrostito.
Okkibuffi si precipitò giù per il pendio,
siccome la sua pelliccia era scura nessuno lo vide.
Cascò in una delle tende e si incendiò.
E in un momento
prese fuoco tutto l’accampamento.
Senza dire troppo
Pokonaso e Okkibuffi se ne andarono al galoppo.
La luna sorgeva, loro si sbrigarono a tornare
perchè il babbo e la mamma li stavano ad aspettare.
Cap. 5
PONZAMUT
Quando Pokonaso a casa è tornato
era tutto bagnato
e dalla Mamma è stato sgridato.
Il KapoKapo arrivò prima del tramonto
e tutti mangiarono molto.
Il KapoKapo raccontò che aveva un mammùt
che si chiamava Ponzamùt.
Poi il KapoKapo si mise a raccontare
quello che da piccolo doveva affrontare.
Ma Ponzamùt aveva un difetto
quello di pensare troppo diretto.
KapoKapo quando era piccolo dovette traslocare
perchè non c’era più da mangiare.
Ma all’ultimo giorno di viaggio
Ponzamùt divenne di ghiaccio.
Cap. 6
LA DANZA DEL SOLE
Un giorno, mentre Babbo e Mamma bisbigliavano,
Pokonaso si mise ad ascoltare di cosa parlavano.
Poi il Babbo disse a Pokonaso: “Ormai grande sei
Così il Babbo del sole gli parlò
e Pokonaso stupito restò.
Il sole le forze stava perdendo
e avevano paura che stesse morendo,
se loro lo volevano salvare
la “danza del sole “ dovevano fare.
E fu così che lavorarono
e molto si stancarono,
raccolsero erba e agrifoglio a pezzetti,
bacche di pungitopo e rametti.
Un abete tagliarono e in uno spiazzo lo piantarono.
Quando fu tutto decorato
il rito fu iniziato.
sono iniziati i balli strani.
E quando il cibo fu portato
Pokonaso rimase meravigliato.
Poi ognuno fu chiamato
e un regalo gli fu assegnato.
Pokonaso il suo aprì
e tanta gioia sentì:
due pietre focaie tutte per lui
da utilizzare nei momenti bui.
Dopo questa bella giornata …
l’ora del sole sarebbe tornata!
Cap. 7
GLI AMICI DI OKKIBUFFI
Un giorno in cui Okkibuffi era annoiato
andò a fare un giro nel prato,
sentì un odore familiare
e da quello si lasciò guidare.
Giunse sulla collina
e vide una bella sorpresina:
tanti mammut vicini
e anche dei mammuttini.
Okkibuffi andò nel gruppo a giocare
e non si accorse che se ne doveva andare.
Disse agli amici: ”Devo andare via
e tornare a casa mia”.
Gli amici lo accompagnarono
e alla caverna insieme tornarono.
Pokonaso non li riuscì a fermare
quando in casa vollero entrare,
Pokonaso dalla caverna li fece uscire
per ordini del babbo da eseguire.
Guardando gli occhi sotto i ciuffi
riescì a ritrovare Okkibuffi.
Solo loro due riescono a entrare
e gli altri restano fuori a piagnucolare.
Alla fine i genitori li portan con sè
e nei dintorni non si fan più veder!
Cap. 8
LA GROTTA DIPINTA
Ai tempi di Pokonaso si dipingeva
e con le mani si faceva,
terra e colori si prendevan
e sulle pareti si spandevan.
Ma la gente di Pokonaso non aveva pittori
erano i Nasastri i veri disegnatori.
Ballavano di fronte alle immagini disegnate
per avere cacce abbondanti e fortunate!
Un giorno Pokonaso decise di andare via
e si infilò dritto in una galleria.
In una caverna illuminata da torce,
vide dei graffiti fatti sulle rocce:
c’erano cavalli, mammut e bisonti
che correvano verso vasti orizzonti.
Ad un certo punto Pokonaso sentì voci in quantità
e dovette scappare a tutta velocità.
cap. 9
UNA GIGANTESCA PALLA DI NEVE
A Pokonaso la neve faceva impazzire
e a Okkibuffi rabbrividire.
A Pokonaso le orme piaceva inseguire
mentre Okkibuffi preferiva dormire.
trovò un albero nudo e squarciato.
Con la corteccia dell’albero trovato
uno slittino fu inventato.
Mentre Pokonaso scendeva veloce come il vento
un branco di lupi gli fece spavento.
ma i lupi più vicini sentiva arrivare.
Le palle di neve gli tirava
ma per difendersi non gli bastava.
Finalmente Okkibuffi si svegliò
e in suo soccorso arrivò.
ma aiutare Pokonaso fu una gioia.
Inciampando una palla di neve diventò
e i lupi spaventò.
Cap.10
POKONASO CAMBIA CASA
Una sera Pokonaso a letto andò
e a piovere cominciò.
e Pokonaso a giocare andò.
Il fiume era tanto ingrossato
e stare lì pericoloso era diventato
Babbo e Mamma senza aspettare
una nuova casa doevano trovare.
Semplice non era stato
perchè tre orsi avevan trovato.
Le loro cose avevan preparato
e il loro viaggio è iniziato.
Alla caverna erano arrivati
mentre gli orsi erano addormentati.
Quando gli orsi erano andati a cacciare
subito tutti nella caverna a portare
tutte le loro cose e la Mamma
aveva messo Pokonaso a nanna.
Gli orsi volevano tornare
ma un muro di pietre dovevano superare,
e quando provavano a entrare
Babbo e la Mamma pronti a picchiare.
Dalla caverna Pokonaso era scappato
e un ramo di spine aveva trovato.
Accanto al fuoco l’aveva posato
e subito si era infuocato.
Per terra il ramo era caduto
e l’orso all’indietro si era seduto.
Al pelo si era attaccato
e il sedere si era bruciato.
In fuga gli orsi erano scappati
dal fuoco spaventati.
Tutti erano felici di averli cacciati
e per sempre allontanati.
Dopo il grande spavento
Pokonaso tornò a casa felice e contento!
Cap. 11
POKONASO IL MUSICISTA
Pokonaso tanti zii aveva
ma zio Testarossa lui voleva.
Zio Testarossa tante cose sapeva fare
e Pokonaso le voleva imparare.
Babbo, Zio Testarossa mal sopporava
perché un nasastro lo considerava;
lo zio sempre regali portava
perché la famiglia adorava.
Lo zio, Pokonaso nel canneto ha portato
e uno zufolo gli ha regalato.
Rientrati nella loro abitazione
trovarono una grande agitazione:
Pokonaso il suo zufolo aveva suonato con bravura
ma la reazione di tutti fu di gran paura!
Zio Testarossa deve ripartire
perchè ha il mondo da scoprire.
Un giorno Pokonaso con Okkibuffi nel bosco si addentrò
e tanti buoni frutti trovò
quando fu con la pancia piena
si presentò alla loro vista una iena.
Pokonaso non aveva abbastanza voce per gridare
solo lo zufolo lo poteva aiutare!
Ahimè, lo zufolo non può più servire
uno nuovo ne dovrà costruire!
Con il nuovo zufolo riuscì a chiedere soccorso,
evviva, Babbo subito è accorso.
Con lanci di pietre roventi la iena scappò
Così Pokonaso il suo zufolo per sempre conservò.
Cap.12
IL MOSTRO DI GHIACCIO
Quando Pokonaso era bambino
faceva un po’ freddino.
C’era la Calotta di ghiaccio
e Pokonaso fece un sognaccio.
Era un posto terribile
e c’era un mostro invisibile.
La Calotta di ghiaccio era orrenda e spaventosa
e Pokonaso se ne fece un’idea curiosa.
La Calotta di ghiaccio risplendeva di un rosso infuocato,
tanto che un uomo poteva rimanere accecato.
I mostri di ghiaccio abitavano la Calotta
e non avevano una buona condotta.
La loro forza era così grande
che faceva cadere tante capanne.
Pokonaso sentendo le storie sui mostri
chiese a suo padre che glielo dimostri.
Il Babbo gli disse che sono sciocchezze,
e queste sono certezze.
Allora Pokonaso chiese allo zio Testarossa,
che gli diede un’altra risposta.
Lo zio Testarossa disse che esistevano
ma un buon carattere avevano.
Il Babbo di Pokonaso era un cacciatore esperto,
e voleva far diventare suo figlio un cacciatore perfetto.
Il grande giorno era arrivato
e Pokonaso era emozionato.
Sarebbero andati a cacciare i cavalli,
in giro giù per le valli.
Il branco di cavalli si muoveva piano piano
ma dopo una settimana era già molto lontano.
Tra i cacciotori c’era Nasofino e col suo naso eccezionale
cercò una traccia eventuale.
A Nord puntarono,
ma solo un gran freddo trovarono.
Dei cavalli non c’era più traccia
e non c’era più roba nella bisaccia.
Ma il mattino portò loro una brutta sorpresa
c’era una nebbia che riuscire a vedere era un’impresa.
All’improvviso col giungere della notte
si udì un boato molto forte.
Ammutoliti e infreddoliti,
rimasero lì impietriti.
A un certo punto realizzarono,
che nella Calotta di ghiaccio si trovarono.
Quando apparve la luce del giorno
poterono guardarsi tutt’intorno.
Anche i rumori erano svaniti
come se non fossero mai esistiti .
Ora a casa potevano tornare
ma dovevano prima mangiare.
Mentre tutti andavano a cacciare
Pokonaso fu lasciato nel campo a vegliare.
Pokonaso con circospenzione
si allontanò dalla postazione
durante il suo perlustrare,
fu colpito da un temporale.
Pokonaso cercò rifugio in una grotta
all’interno della calotta.
La caverna era buia come la notte
e si illuminava rare volte.
Quando un lampo balenò
un orribile sorpresa si mostrò.
Sopra di lui torreggiante
si presentò una figura assai agghiacciante.
Pokonaso cercò di scappare,
ma le sue gambe non riusciva a spostare.
Era un mostro gigante,
assai terrificante.
Quando il temporale terminò
il mostro si illuminò.
Pokonaso allora capì
che il grande mostro era congelato lì.
Pokonaso a casa tornò
e tutto raccontò,
ma solo lo zio lo ascoltò.
Cap. 13
POKONASO E I CASTORI
Ai tempi di Pokonaso il fuoco era fondamentale,
teneva lontano ogni attacco bestiale.
La caverna del nostro amichetto
era circondata solo da qualche alberetto.
“Tutti al torrente” disse Papà
tanta legna si troverà.
E lungo il fiume cammina, cammina
anche una trota si avvicina.
Disse Pokonaso “Che bell’evento,
avremo un pranzo succulento”.
Per trovar legna da ardere,
per il fuoco poter accendere.
Pokonaso al bosco di betulle arrivò
e tutto accaldato si riposò.
Attraverso una radura, da un alto argine, acqua sgorgava
e tanti tronchi di albero regalava.
Erano dei bei castori
che facevano questi lavori
con i loro aguzzi denti
che erano degli utili strumenti.
Ma Okkibuffi tutto rovinò
il pezzo di legno sbagliato dalla diga dei castori cacciò.
Il Babbo di Pokonaso, che tante trote aveva preso,
d’acqua fangosa venne invaso.
Povero Pokonaso!
Il Babbo perse la pazienza
e non credette alla sua innocenza.
Cap. 14
IL VIAGGIO DI POKONASO
A Pokonaso piaceva il fiume che scorreva
vicino alla caverna in cui viveva.
Il fiume in primavera si ingrossava
e alberi e animali morti con sè portava,
Pokonaso si fermava ad osservare
immaginandolo grande come il mare.
Su una spiaggia si trovava
e nell’acqua galleggiare si immaginava.
Un albero caduto lentamente ondeggiava
e lui si chiedeva dove andava…
Verso Okkibuffi si voltò
ma non lo trovò.
Così a casa si avviò
e a far merenda pensò,
ma lungo la riva del fiume un orso nero incontrò.
il sonno aveva disturbato,
e così di corsa era scappato.
L’orso lo inseguì
e Pokonaso nell’acqua del fiume fuggì.
Tra i rami dell’albero si rifugiò
ma l’orso lo ritrovò.
Fortunatamente il ramo si spezzò
e Pokonaso si allontanò.
Si allontanò così tanto quella sera
che non sapeva più dov’era.
Il tronco poi alla riva si accostò
e nei rami di un salice si incastrò.
Finalmente Pokonaso sulla terraferma era arrivato
ma non sapeva come a casa sarebbe tornato.
Sulla sabbia camminava
e delle orme trovava.
Camminando, camminando altre tracce calpestava
ma scoprì che erano le sue e che su un’isola si trovava.
Il tronco era sempre lì
e Pokonaso con quello fuggì.
A una sponda voleva arrivare
e il freddo e il buio voleva evitare.
Ma le cose non andarono così
perché la corrente del fiume il tronchetto inghiottì,
Pokonaso rabbrividì…
ma come potevo uscire di lì?
All’improvviso qualcosa sentì…
era un ramo che sporgeva lì.
Per la forza della disperazione si tirò su
e fu così che non cadde giù.
Sulla terraferma arrivò
e davanti al fuoco si rannicchiò.
All’improvviso alcune voci sentì
e Pokonaso gli occhi aprì.
Un dubbio egli aveva: la sua storia era vera?
Molte domande faceva alla sua famiglia
che lo ascoltarono con meraviglia!
Il Babbo lo tranquillizzò
e il corso del suo viaggio gli mostrò.
Il fiume e il gorgo spaventoso
che Pokonaso aveva visto nel suo viaggio avventuroso,
vicino alla sua caverna si trovava
aldilà della collina dove abitava.
Pokonaso trovò tutto questo abbastanza sciocco
e aspettò un po’ di tempo a tornare sul fiume a fare qualche balocco.
Cap. 15
POKONASO L’EROE
Era un pomeriggio piovoso
e Pokonaso era pensieroso.
Suo babbo arrabbiato
lo aveva sgridato.
A caccia Pokonaso era maldestro
e ogni tentativo era funesto!
“Alla tua età” disse suo babbo
“lanciavo la lancia con un po’ di sgarbo!!
Tu invece nel cacciare
solo pellicce sai centrare”.
Pokonaso voleva imparare a cacciare
allora una buca iniziò a scavare.
La ricoprì con rami e foglie
e non aveva più voglie
voleva farci cadere un rinoceronte
che scendeva giù dal monte.
Aveva una vanga d’osso per scavare
e la terra si mise a tremare
c’ erano radici e sassi
ma ripulì tutto con pochi passi.
Gli dolevano le braccia e la schiena
e all’ora di cena
non vedeva l’ora di farsi la pancia piena.
Il buco era profondo
e lo nascose con un cespuglio là in fondo.
Tornò a casa e babbo non c’era
e lui si domandò dov’era.
suo babbo era cascato,
con un ramo tagliato a metà
tirò fuori il babbo da là.
Di quella mpresa eran tutti contenti
in quella serata ricordarono quei momenti.
Non pensate che Pokonaso sia un eroe adesso
perché, per fortuna, è rimasto lo stesso.
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