Ecco qua sopra il titolo del progetto di tecnologia che abbiamo appena concluso. Si è trattato di un lavoro volto a rendere consapevoli gli studenti dell’importanza del riciclaggio, partendo dalle piccole cose, come una bicicletta. Già, le biciclette. Chi di noi non ne possiede almeno una?
Ecco perché la scelta è caduta proprio su questo mezzo, ecologico, divertente e facile da utilizzare.
Siamo partiti da vecchi bicicli, arrugginiti, rovinati, e, sotto l’attenta guida di due abili carrozzieri, li abbiamo ritrasformati in biciclette pronte all’uso, che venderemo ad un’asta della scuola. Questo per unire il divertimento dell’assemblaggio (e quindi anche dell’operazione contraria) di tutti i meccanismi, ad una lezione di sensibilizzazione ambientale, svolta con metà classe, durante una delle due ore in cui quest’ultima non scendeva a “lavorare”. Infatti, perché ogni alunno potesse svolgere il proprio compito al pari dei compagni, siamo stati divisi in due gruppi, che a turno andavano in laboratorio. Abbiamo affrontato temi molto importanti, tra cui il Protocollo di Kyoto, l’inquinamento, l’effetto serra…
Con i carrozzieri, in quattro giornate, siamo riusciti a rimettere in sesto le biciclette assegnate, dividendo le operazioni in fasi. Elenco qui le più importanti:
– Smontaggio freni, catena, ruote e sellino, in contemporanea alla scartavetratura, per eliminare lo strato di vernice vecchio e ridurre le irregolarità provocate dal sovrapporsi di ruggine e colore;
– Copertura manubri, pedali e parte di catena rimasta sulla bici con carta, per evitare di macchiare questi elementi col colore;
– Verniciatura: all’aperto, con bombolette contenenti CFC, quindi molto pericolose, abbiamo dipinto le biciclette, con colori a piacere, facendo attenzione a seguire l’andamento degli elementi da verniciare, sempre tenendo conto dell’inclinazione della bomboletta;
– Assemblaggio ruote, freni e sellino, “liberati” manubri e pedali. Posizionamento della catena;
– Controllo cambio, freni e mobilità delle ruote, oltre alla misurazione del campo magnetico sprigionato dal movimento di ruote e pedali combinati insieme.
In questi quattro lunedì abbiamo quindi avuto un’infarinatura generale del mondo del carrozziere, della fatica, dell’impegno e, alla fine, della soddisfazione personale nell’essere riusciti a fare un buon lavoro di squadra. Problemi, difficoltà, incomprensioni, rischi addirittura, ogni tanto ci sono stati, ma tutto si è risolto per il meglio. Ci siamo divertiti e abbiamo imparato in modo generale l’importanza del riciclaggio, e del rischio che corriamo noi tutti continuando ad inquinare, a sprecare, a non rispettare il mondo che abbiamo intorno. Ora sappiamo che è possibile ridurre la nostra impronta ecologica sul pianeta, ma solo se le nazioni si uniscono, se questo ideale è comune a tante persone, a tanti popoli. Per ora partiamo dalle piccole cose, che sono proporzionate alla nostra età.
Per esempio una bicicletta riciclata.
A cura Aurora Masciello
Ecco un sito per calcolare la vostra impronta:
Calcolare l’impronta ecologica WWF
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