La pallavolo è, secondo me, lo sport più bello mai esistito perché la pallavolo è la mia vita.
Ogni paese ha una squadra, ogni squadra ha una maglia, ogni maglia ha un numero. Il tuo numero. Quello che durante le partite l’allenatrice chiama, perché è il tuo turno. Devi metterti in gioco e mostrare a tutti di che pasta sei fatto, devi mostrare quello che sai fare.Nella pallavolo ci sono i pianti quando l’allenatore ti fa uscire, i sorrisi quando fai punto, l’adrenalina, le ginocchiere consumate, i lividi dopo essersi buttate.
La parte che preferisco però del mio sport è la mia squadra, perché quando, durante le partite, siamo sotto di qualche punto tutte avvertiamo la stessa sensazione.
La paura di essere sconfitte, la paura di non riuscire a far vedere chi siamo veramente, ma è proprio a quel punto che l’allenatrice fa il segno del time out all’arbitro, e noi ci guardiamo negli occhi, consapevoli del discorso che sta per farci.
È vero… ci sgriderà, si arrabbierà… ma è solo dopo quelle parole che capiamo che il gioco non è ancora finito.
Alla mia prima partita non sapevo cosa fare, come comportarmi, ero terrorizzata, e mi ricordo ancora la sensazione che ho provato quando l’allenatrice mi ha fatto il segno di entrare, vi assicuro che mi tremavano le gambe ed ero bianca come un lenzuolo, ma poi mi sono detta “puoi farcela” e ce l’ho fatta… in quella partita abbiamo vinto 3 a 0.
La cosa però più bella ma allo stesso tempo terrificante della pallavolo, è quando te devi battere e siamo al terzo set, quello decisivo, e il segna punti lampeggia con su scritto “casa=24 ospiti=24”.
In quel momento ti senti responsabile di tutto perché se sbagli è colpa tua…
E invece no… se sbagli non è colpa tua, è colpa di tutta la squadra, perché se siamo dentro ad una squadra la colpa va automaticamente a tutte.
E poi c’è il fatidico momento in cui la palla arriva a te e te inizi a gridare con tutta la voce che hai in gola “MIA!” e non sai se davvero riuscirai a prenderla, ma in quel preciso e lunghissimo istante, la tua testa è concentrata tutta sul pallone e nulla ha importanza in quel momento per te se non riuscire a prenderlo.
La vittoria è una cosa bellissima, le urla e le grida dopo aver fatto l’ultimo punto, gli abbracci, le scivolate, i pianti di felicità per essere riuscite a vincere, insomma io amo la pallavolo e, so che non ci crederete mai, ma amo anche le sconfitte, perché bisogna saper perdere se si vuole imparare a vincere.
A cura di Bianca Innocenti
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