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L’impianto di potabilizzazione dell’acquedotto di Firenze “ANCONELLA”

13 Mag 2016

Il giorno 15 febbraio 2016 siamo andati, con la prof.ssa Vieri e il prof. Spadi, all’impianto di potabilizzazione dell’Anconella. Tale impianto si trova a Firenze sull’argine del fiume Arno. Ci ha accolti un’incaricata dell’impianto che ci ha guidato per tutto il nostro percorso all’interno dell’Anconella, spiegandoci dettagliatamente il processo di potabilizzazione.

INFORMAZIONI GENERALI
La Terra è ricoperta per il 71% da acqua ed è un elemento fondamentale per la vita degli esseri viventi.
La molecola dell’acqua è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno.
Purtroppo, a causa dell’industrializzazione, dello sviluppo economico e del consumo eccessivo delle risorse naturali, gli esseri umani inquinano molto il nostro pianeta. Anche l’acqua è molto contaminata e per questo deve essere depurata e potabilizzata.
Potabilizzazione e depurazione sono due processi diversi. Il processo di depurazione consiste nell’eliminare dall’acqua gli agenti inquinanti; la potabilizzazione significa rendere l’acqua bevibile, togliendo anche i microrganismi che potrebbero essere nocivi per l’essere umano.
La depurazione a Firenze viene effettuata in impianti diversi dall’Anconella. Tale impianto invece si occupa del processo di potabilizzazione che sfrutta la portata di acqua dell’Arno (dai 10 ai 40 m³ di acqua al secondo) e la rende potabile per la popolazione di Firenze e dintorni.

IL PROCESSO DI POTABILIZZAZIONE
In riva all’Arno c’è una griglia che serve per trattenere il materiale più grosso (rami, pesci ecc), presente nel fiume, prima dell’ingresso dell’acqua nel sistema di pompaggio. Per eseguire questo processo le pompe sollevano l’acqua fino al livello dello stabilimento, prelevandone circa 2.000 litri al secondo.
Successivamente vengono aggiunti dei disinfettanti come l’ipoclorito di sodio (la varichina) e il biossido di cloro per togliere gli agenti batterici.
C’è un impianto di stoccaggio per il carbone attivo che, aggiunto all’acqua, serve per attrarre gli agenti inquinanti e le sostanze chimiche contenute o aggiunte all’acqua nei vari passaggi dell’impianto.
Da un pozzo sotterraneo viene pompata l’acqua e poi viene aggiunto il flocculante (policloruro di alluminio), una sostanza che crea all’interno dell’acqua dei fiocchi che a causa della loro pesantezza, si depositano sul fondo eliminando gli ultimi batteri rimasti.
All’interno dello stabilimento ci sono anche due laboratori: uno di chimica e uno di microbiologia. Tali laboratori servono fare analisi chimiche microbiologiche sull’acqua. Essi effettuano circa 300.000 analisi al giorno, per controllare costantemente l’ottima qualità dell’acqua.
Dopo tutti questi passaggi, l’acqua viene spinta nelle tre enormi vasche comunicanti per poi essere immessa nella rete idrica e distribuita alla popolazione.

ESPERIMENTO PER LA DIMOSTRAZIONE DEL PROCESSO DI DEPURAZIONE DELL’ACQUA
Abbiamo riempito un becher con acqua e terra alla quale abbiamo aggiunto il “blu di metilene”. Il colorante è il nostro inquinante chimico. Abbiamo successivamente messo all’interno del becher del carbone attivo per adsorbire gli agenti inquinanti e il liquido è diventato nero. Le molecole del blu di metilene sono state infatti adsorbite dal carbone attivo. Abbiamo poi usato l’ipoclorito di sodio per sterminare i batteri. Dopo abbiamo aggiunto il flocculante che ha creato i fiocchi e portato il fango verso il basso.
Abbiamo appoggiato, su un altro becher, un imbuto con della sabbia di silice e abbiamo filtrando l’acqua. La sabbia ha trattenuto lo sporco e nel becher è colata l’acqua depurata.

A cura di Samuele Donati, Edoardo Fantoni, Francesco Romano, Jacopo Sartoni – 1D


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