Venerdì sono andato in gita con la parrocchia all’Eremo dei Romiti e mentre camminavo mi sono accorto che si era slacciata una scarpa .
Così mi sono fermato per riallacciarla, e quando mi sono rialzato non c’era più nessuno con me .
Ho cominciato a correre con il cuore che batteva a mille, cercando di raggiungere gli altri : non potevano essere lontani perchè mi ero fermato solo due minuti .
Ad un certo punto la strada si divideva in due ed io non sapevo dove andare .
Ho cominciato a urlare i nomi dei miei compagni, ma nessuno mi rispondeva, così ho deciso di seguire un sentiero che speravo portasse all’Eremo .
Ho camminato tanto, ero stanchissimo, ma del resto del gruppo non c’era nessuna traccia ed il bosco si faceva sempre più fitto .
Sentivo tutti i rumori più spaventosi : i passi di un animale feroce, i versi dei mostri che vivono nel bosco, ed io ero solo e stava facendo buio .
Ho cominciato a piangere, volevo la mia mamma ed il mio papà, volevo tornare a casa e non sapevo come fare .
Ho provato a tornare indietro, ma avevo incrociato tanti sentieri e non riuscivo a ricordare la strada che avevo fatto; se avessi fatto come Pollicino sarei riuscito a tornare a casa, ma ormai era troppo tardi .
Speravo che qualcuno notasse la mia assenza e mi cercasse, ma come avrebbero potuto trovarmi in quel bosco così fitto ?
Il tempo passava ed il bosco diventava sempre più buio; nello zaino, per fortuna, avevo una torcia, un po’ d’acqua e dei panini .
Ho pensato che avrei dovuto pensare un rifugio per la notte, così ho trovato un albero con il tronco bucato e mi sono accovacciato lì dentro .
Avevo paura, freddo, volevo il mio letto, e così, piangendo, mi sono addormentato .
Ho dormito poco e appena c’è stata un po’ di luce ho ricominciato a camminare, finchè non ho visto il mio papà .
Gli sono corso incontro, ero felicissimo, c’era un rumore assordante, mi hanno portato subito in ospedale, ma io stavo bene .
È stata una bruttissima gita .
A cura di Caterina Carboni.
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