Sport

La storia della pallacanestro

9 Apr 2015

La pallacanestro è un gioco di squadra che nasce nell’1891 da un insegnante canadese di nome James Naismith negli Stati Uniti. Alle olimpiadi di Saint Louis nel 1904 i Buffalo Germans, una tra le squadre più antiche, vinse il torneo dimostrativo.Nel 1932 a Ginevra venne fondata la FIP, federazione internazionale pallacanestro, e dopo solo 4 anni la pallacanestro diventò sport olimpico.
Nel 1946, invece, la nascita dell’NBA, National Basketball Association, la più importante lega professionistica del mondo. Poi nell’1957 nasce la coppa dei campioni e successivamente nell’1966 viene istituita la coppa intercontinentale.
Anche il basket femminile fa una svolta e diventa uno sport olimpico.
James Naismith volle riprodurre questo sport perché ne aveva visto uno simile in Ontario chiamato”duck-on-a-rock(letteralmente anatra su una roccia) il basket ball di cui facevano parte le 13 regole che sono:

– La palla può essere gettata in qualsiasi direzione con una o due mani.
– La palla può essere gettata in qualsiasi direzione con una o entrambe le mani (mai con il pugno).
– Un giocatore non può correre con la palla in mano.
– La palla deve essere trattenuta tra le mani e non con le braccia o il corpo.
– Non si può toccare un’altra persona in alcun modo e se si fa si riceve un fallo.
– Un fallo è toccare la palla con il pugno.
– Se un giocatore arriva a 5 falli è espulso.
– Quando un giocatore tira e la palla e la palla sta cadendo i giocatori avversari non la possono toccare e se succede il canestro viene considerato valido.
– Se la squadra sta facendo una rimessa a 5 secondi per rimetterla se non ci riesce la palla viene data all’altra squadra.
– L’arbitro viene considerato il giudice degli uomini e se vuole li può squalificare.
– L’arbitro deve decidere quando la palla è in gioco e di che squadra è.
– I tempi sono di 10 minuti e nei 4 tempi c’è un intervallo nel mezzo.
– La squadra che fa più punti deve essere dichiarata vincitrice e in caso di pareggio vengono giocati i tempi supplementari.

A cura di Martino


CONDIVIDI:

Articolo precedente

Articolo successivo