L’ educazione fisica è una disciplina dell’insegnamento che si occupa di migliorare attraverso l’attività motoria e quella sportiva lo sviluppo psicofisico e la salute individuale e sociale. In genere si praticano varie discipline (calcio, pallavolo, ecc…). Ci occuperemo dell’atletica leggera, più in particolare dei tre tipi di salti: salto in lungo, salto in alto e salto triplo.
SALTO IN LUNGO
il salto in lungo è ritenuto tra i gesti più naturali e, pertanto, dovrebbe essere relativamente semplice il suo insegnamento. Come gli altri salti, anche questo si compone di 4 fasi:
– Rincorsa
– Stacco
– Volo
– Atterraggio
Lo scopo della rincorsa è quello di raggiungere la massima velocità controllabile per effettuare uno stacco; lo stacco ottimale non ci farà perdere velocità consentendo, al contempo, un’elevazione del baricentro; una buona fase di volo è quella che ci consente di mantenere l’equilibrio e di preparare l’atterraggio; scopo dell’atterraggio è arrivare il più lontano possibile senza cadere all’indietro.
La rincorsa varia al variare delle caratteristiche individuali di chi la esegue e, la sua velocità, deve essere gradualmente sviluppata. L’avvio può avvenire da fermo (conferendo maggiore precisione allo stacco) o in movimento (favorendo una migliore decontrazione). Durante la corsa il busto deve essere mantenuto naturalmente eretto e non contratto, le ginocchia molto alte. Lo stacco deve coinvolgere la totalità del corpo in sincrono, agevolandolo con una buona apertura tra le due cosce e l’angolo del ginocchio, il piede poggia su tutta la superficie, spingendo verso il basso.
SALTO IN ALTO
-Rincorsa: è costituita da 8-12 balzi, eseguiti con aumento della velocità progressiva; l’atleta si pone lateralmente ai ritti di 5 metri ed effettua la rincorsa nella prima parte rettilinea e successivamente curvilinea. Per facilitare l’effettuazione della rincorsa si parte e si stacca con lo stesso piede.
– Stacco: il piede di stacco prende contatto prima con il tallone, poi con rullata di tutta la pianta per ottenere la massima spinta verticale, la gamba libera interna, esegue una forte oscillazione da dietro in avanti-alto a ginocchio flesso e verso la spalla opposta per ottenere la rotazione del corpo intorno all’asse longitudinale e la conseguente disposizione dorsale all’asta.
– Valicamento: la prima parte che passa l’asta è il sistema braccia-spalle-capo. Successivamente con l’inarcamento del dorso e l’innalzamento delle anche, passa il bacino. Il richiamo degli arti inferiori deve avvenire a ginocchia tese per evitare l’abbattimenti dell’asta con i polpacci e i talloni.
– Atterraggio: non sono richieste particolari tecniche sono piccoli accorgimenti per non finire il salto con traumi.
SALTO TRIPLO
Nel salto triplo, tra lo stacco e l’atterraggio, l’atleta compie tre balzi con diverse caratteristiche tecniche dal punto di vista esecutivo. La rincorsa è, come sempre, l’aspetto rilevante per l’acquisizione della velocità orizzontale che, nel salto triplo, deve essere sufficiente al compimento dei tre balzi denominati rispettivamente hop, step, jump.
La lunghezza della rincorsa è in funzione delle capacità di accelerazione individuali. Durante la corsa particolare attenzione sarà posta all’appoggio attivo del piede, ginocchia ed anche alte, coordinazione ed acquisizione progressiva della velocità.
Nel primo balzo, l’atleta, atterra sullo stesso arto di stacco, nel secondo atterra sull’arto opposto e, nell’ultimo, nelle medesime condizioni del salto in lungo.
A cura di Elisabetta C.
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