Verso la fine del periodo coloniale, il popolo Saharawi appariva già largamente sedentarizzato e urbanizzato, ma sempre attaccato alle proprie tradizioni.
L’origine delle tribù Saharawi si può ricondurre all’immigrazione degli arabi Maquil, provenienti dallo Yemen.
Un lento processo di fusioni ha dato origine alle tribù di cui ancora oggi i Saharawi conservano la memoria e a cui fanno risalire la propria origine. L’arabizzazione, molto intensa in alcune tribù, ha lasciato una traccia profonda nella lingua hassaniya, comune a tutte, molto vicina all’arabo classico.
La religione è l’Islam sunnita, come nella maggior parte del Maghreb. L’organizzazione sociale era basata su un consiglio (Consiglio dei quaranta)che riuniva periodicamente i capi delle tribù per prendere collegialmente decisioni che riguardavano gli interessi della comunità. Tale struttura ugualitaria è stata spesso indicata come riferimento tradizionale della democrazia Saharawi. Il 31 ottobre 1975 il Marocco entrò con un esercito di 25.000 uomini nella zona contigua ai suoi confini con il Sahara Occidentale mentre la Spagna cominciò lo sgombero delle aree sotto il proprio controllo. Il 6 novembre 1975 re Hassan II fece organizzare la “marcia verde” con cui 350 mila marocchini entrarono nel Sahara Occidentale per vanificare l’eventuale referendum e per porre le basi di una definitiva appropriazione dei territori sahariani occidentali, malgrado il 2 novembre dello stesso anno la Spagna confermasse il proprio impegno a rispettare l’autodeterminazione del popolo sahrawi
Di fatto, però, la Spagna giunse segretamente a un accordo con Marocco e Mauritania per la spartizione del paese conteso in cui le forze sahrawi iniziavano un’azione di resistenza armata, non del tutto documentabile, contro il Marocco e la Mauritania, che portò anche all’uso di bombe al napalm da parte marocchina contro insediamenti sahrawi. La resistenza dette allora vita nel 1976 alla Repubblica Democratica Araba dei Saharawi, RASD.
Nel 1979 la Mauritania firmò un accordo separato di pace.
Nel 2003 James Baker, inviato speciale delle Nazioni Unite, propose un piano in 2 fasi, che, dopo una transizione di 5 anni in cui il Marocco e il Sahara Occidentale avrebbero governato insieme nei territori occupati, sarebbe dovuto culminare con il referendum, ma il piano non trovò il favore del Marocco. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato fino al 2004 il mandato alla MINURSO in attesa di un ripensamento da parte del Marocco. Nell’ultima seduta delle Nazioni Unite che si è tenuta il 25 aprile 2013 è stata votata una risoluzione che proroga la missione MINURSO fino al 30 aprile 2014, ma la soluzione continua ad essere una vera speranza.
A cura di Rebecca Ricchi.
CONDIVIDI: