L’ape è un insetto e appartiene all’ordine degli “imenotteri”, è un insetto sociale, vive in famiglie molto numerose, che si chiamano “sciami” e possono comprendere fino a 60.000 individui. Lo sciame vive normalmente in un’arnia. I compiti vengono equamente distribuiti tra tutti gli individui. In uno sciame troviamo una regina, molti fuchi e moltissime api operaie.
La regina:
Quest’ape è più grossa e più grande delle operaie, nasce da un normale uovo ma allo stadio di larva viene nutrita sempre con pappa reale . L’unica femmina fertile dello sciame ed è destinata a deporre le uova dalle 1.500 alle 3.00 al giorno. Vive da uno a cinque anni ed è sempre circondata da una corte di 10-12 api che la nutrono con pappa reale per tutta la vita. Si fa fecondare una sola volta in vita da uno o più fuchi durante il volo nuziale che fa durante i primi 10-15 giorni dopo la nascita.
I fuchi:
Nascono da un uovo fecondato e sono più grossi, tozzi e pelosi di un’ape operaia. Sono presenti nell’alveare da maggio a fine agosto in numero che varia da 2.000 a 4.000. Fecondano la regine durante il volo nuziale, non partecipano alla raccolta del nettare e del polline e vengono allontanati dall’alveare dalle operaie a fine stagione.
L’ape operaia:
Svolge molti compiti. La larva nasce dopo tre giorni da un uovo fecondato, deposto dalla regina in una celletta chiusa con un opercolo permeabile all’aria dove compie la metamorfosi dal 12^ giorno in poi, il 21^ giorno esce dalla celletta e inizia la sua attività. Dal 1^ al 3^ giorno si occupa delle pulizie nell’alveare. Dal 3^ al 10^ diviene nutrice e fornisce alle larve, api in via di sviluppo, miele e polline prelevati dai favi e produce la pappa reale. Dal 10^ al 5^ giorno effettua voli di ricognizione. Dal 12^ al 18^ produce cera e costruisce i favi. Usa il pungiglione solo per difendere l’arnia dai nemici. La puntura comporta la morte della stessa ape, cosicché essa punge solo in caso di estrema necessità. Dal 21^ giorno alla morte diventa bottinatrice e raccoglie nettare, polline, acqua e propoli; una resina usata dalle api come sigillante e come disinfettante. Per la raccolta di nettare e acqua usa la lingua, per la raccolta del polline ha sulle zampe appositi organi; spazzole, raschietto, rastrello e cestelle. Le api sono anche un efficientissimo condizionatore d’aria: quando è freddo, con il calore prodotto dal loro metabolismo, scaldano l’arnia portando la temperatura ad un livello che permette la vita della famiglia della famiglia. Quando è troppo caldo le bottinatrici portano acqua: queste goccioline vengono spalmate sulle cellette ed evaporando raffreddano la temperatura; la corrente d’aria creata dal movimento delle ali elimina l’umidità dall’arnia. La durata della vita di un’ape operaia cambia a seconda della stagione in cui nasce, dalle poche settimane d’Estate fino ai sei mesi delle api autunnali, che passano l’inverno con la regina.
Da quando l’uomo alleva le api ha sempre cercato di usare contenitori per le famiglie che permettessero di togliere il miele senza danneggiare i favi o disturbare le api. Un po’ di fumo durante il lavoro rende tranquille le api.
Il polline è la polverina che possiamo vedere all’interno dei fiori, il nettare è quel liquido dolce che i fiori producono all’interno del loro calice per attirare gli insetti: entrambi servono alle api per la propria alimentazione. Con l’avanzare della primavera aumenta la temperatura dell’aria, i prati e gli alberi si coprono di fiori, sempre più nettare arriva nell’alveare. L’apicoltore sa che è giunto il momento di mettere sopra le sue arnie il “melario”, il magazzino dove la api portano le scorte di miele.
Le api esploratrici, quando trovano tanti fiori, cioè una sorgente di nettare abbondante e buono, indicano alle loro compagne, per mezzo di una danza, dove andare a bottinare. Questo nettare non è ancora il miele, è nelle cellette di cera, nel favo, che si completa la sua trasformazione in miele, grazie al lavoro delle giovani api che ancora non sono in grado di volare sui fiori. Queste prendono il nettare portato dalle bottinatrici, vi aggiungono particolari sostanze da loro prodotte, gli enzimi e lo immagazzinano nelle cellette; poi, muovendo le ali all’interno dell’alveare, creano una corrente d’aria che fa evaporare l’eccessiva umidità contenuta nel nettare che si trasforma finalmente in miele.
Lea pi producono il miele, il polline, la pappa reale, la cera, i propoli e il veleno. Senza la presenza delle api e dei bombi i nostri prati perderebbero nel giro di qualche decennio tutti i loro meravigliosi colori e rimarrebbero uniformemente verdi come i prati all’inglese.
In conclusione, per sottolineare l’importanza delle api, alcuni studiosi hanno scoperto che quando scompariranno le api all’uomo rimarrà poco da vivere.
A cura di Arianna 1^E
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