Questo strano nome è il titolo di un film che ho visto durante le vacanze di Pasqua.
Il film tratta, che dopo che una catastrofe mondiale l’organizzazione sociale viene suddivisa in diverse caste:pacifici,candidi,gli intrepidi, gli eruditi e i DIVERGENTI. Quest’ultima non è una vera e propria casta,anzi le persone cui ne fanno parte sono chiamati: ribelli .I divergenti sono molti e per misurare il loro livello di appartenenza a quel gruppo, hanno una specie di “misura” cioè, una percentuale va a indicare quanto veramente essi sono divergenti che viene letta attraverso uno strumento particolare. Durante il film la casta sociale più colta gli eruditi, che erano a capo di questa società,scoprono, sotterrata in una casa una strana scatola che, secondo gli eruditi servirà per mantenere il potere e sconfiggere i DIVERGENTI. Finalmente si trova modo di aprirla. Serve un divergente 100% (la protagonista) che affronterà delle prove, dovrà essere in grado di dimostrare che è in grado di appartenere ad ogni casta. Le prove vengono effettuate attraverso delle simulazioni di una realtà virtuale. La scatola viene aperta, con grande sorpresa viene ritrovato un filmato in cui una donna spiega che tutto quello era un esperimento scientifico per vedere se questa ordinamento sociale poteva funzionare. Questo filmato viene trasmesso in schermi giganteschi per avvisare tutta la popolazione. Tutte le caste si riuniscono e si avviano verso la recinzione delle mura che fino a quel momento erano ritenute solo la divisione tra la parte di pianeta distrutto e quello dove loro vivevano con il nuovo ordinamento delle caste. Mentre, in realtà, era solo un recinto dove erano stati rinchiusi per provare quell’esperimento.
A me è piaciuto molto, visto che adoro i film di fantascienza. Secondo me la morale di questo film è che per raggiungere uno scopo qualunque bisogna collaborare assieme come in questo caso gli eruditi collaborano (non proprio, perche, come ho già detto prima, per gli eruditi la scatola equivaleva a potere)con i divergenti.
A cura di Lorenzo Sartoni
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