Fin dalla preistoria, quando le mandrie di cavalli correvano libere sulla terra e l’uomo si ingegnava a sopravvivere in un ambiente decisamente ostile, iniziò quel rapporto uomo cavallo che si protrae fino ai giorni nostri e si protrarrà anche in futuro.L’uomo, nel corso della sua storia evolutiva, ha addomesticato diverse specie animali, incrementando così le proprie probabilità di sopravvivenza e migliorando la qualità di vita. In alcuni casi gli studiosi hanno suggerito che la vicinanza di certi animali abbia influenzato e accelerato la stessa evoluzione umana. Il cavallo, per esempio, ha profondamente influito sul corso della civilizzazione, fornendo nutrimento e un valido aiuto nel trasporto come nella guerra.
Le attuali razze derivate da addomesticamenti ed incroci, sono risultati dovuti a modificazioni effettuate dall’uomo, allo scopo di ottenere le razze migliori a scopi di lavoro o sportivi. A secondo della razza, le caratteristiche fisiche e i colori del mantello dei cavalli variano molto.
L’evoluzione del cavallo è cominciata dai 55 ai 45 milioni di anni fa e ha portato dal piccolo Hyracotherium con più dita, al grande animale odierno, a cui rimane un unico dito. L’essere umano ha iniziato ad addomesticare i cavalli più tardi rispetto ad altri animali, attorno al 5.000 a.C. nelle steppe orientali dell’Asia (il tarpan), mentre in Europa lo si iniziò ad addomesticare non prima del III millennio a.C.
I cavalli della specie caballus sono tutti addomesticati, sebbene alcuni di questi vivano allo stato brado come cavalli inselvatichiti, diversi dai cavalli selvaggi che, invece, non sono mai stati addomesticati. L’unico cavallo selvaggio rimasto oggi è il quasi estinto cavallo di Przewalski. Il cavallo ha accompagnato e accompagna l’uomo in una notevole varietà di scopi: ricreativi, sportivi, di lavoro e di polizia, bellici, agricoli, ludici e terapeutici. Tutte queste attività hanno generato vari modi di cavalcare e guidare i cavalli usando ogni volta i finimenti più appropriati. L’uomo trae dal cavallo anche carne, latte, ossa, pelle e capelli, nonché estratti di urine e sangue per scopi farmaceutici.
La femmina del cavallo, chiamata giumenta, ha un periodo di gestazione dei puledri di circa undici mesi, al termine dei quali il piccolo, una volta partorito, riesce a stare in piedi e a correre da solo dopo pochissimo tempo. Solitamente l’addomesticamento avviene dopo i tre anni di vita dell’animale. A cinque anni è completamente adulto, con una prospettiva di vita che si aggira sui 25-30 anni. Il cavallo presenta un’elevata specializzazione morfologica e funzionale all’ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all’alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.
Le oltre trecento razze di cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti purosangue). Il tipo brachimorfo comprende i cavalli da tiro (Shire, Vladimir, Gipsy Vanner, ecc.), il tipo dolicomorfo le “razze leggere da sella” (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.), mentre il tipo mesomorfo comprende le “razze da sella” (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.).
IL CAVALLO DOMESTICO
A seconda della razza, della cura con cui è stato mantenuto e dal modo in cui si è sviluppato, il cavallo domestico ha una vita media variabile dai 25 ai 30 anni; più raramente supera i 40 anni di vita. Il record è detenuto da Old Billy, un cavallo del XIX secolo morto all’età di 62 anni.
Per gran parte delle competizioni sportive l’età del cavallo è calcolata come se l’animale fosse nato il 1º gennaio nell’emisfero boreale e il 1º agosto nell’emisfero australe, a prescindere dal vero giorno di nascita. Un’eccezione è l’endurance equestre, dove l’età minima del cavallo per partecipare è calcolata dall’effettivo giorno di nascita.
A seconda dell’età e del sesso ci si può riferire ad un cavallo in vari modi, alcuni mutuati dalla lingua inglese:
Puledro: cavallo con meno di un anno di vita. Solitamente i puledri vengono svezzati dopo cinque o sette mesi, sebbene lo svezzamento possa essere attuato senza danni psicologici anche dopo il quarto mese.
Yearling: cavallo tra uno e due anni di vita
Colt: maschio di cavallo sotto i quattro anni
Filly: femmina di cavallo sotto i quattro anni
Giumenta: femmina adulta di cavallo
Stallone: maschio adulto di cavallo capace di riprodursi
Castrone: cavallo castrato di qualsiasi età
Nell’ippica questi termini possono cambiare: ad esempio, nelle corse di purosangue inglesi che si svolgono nell’arcipelago britannico sono definiti “colt” e “filly” i cavalli con meno di cinque anni di vita, anziché quattro
A cura di Noemi
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