In un periodo come questo, in cui il rispetto e la cura per l’ambiente dovrebbero essere i criteri più importanti per ogni intervento degli uomini sul territorio, la permacultura rappresenta una proposta interessante in grado di contribuire alla salvaguardia del Pianeta.
Il metodo della permacultura (il nome è una contrazione di permanent agriculture “agricoltura permanente“) è stato sviluppato a partire dagli anni settanta del XX secolo da Bill Mollison e David Holmgren attingendo da varie aree del sapere come l’architettura, la biologia, la selvicoltura, le scienze agrarie e la zootecnia.
La permacultura è dunque un modo particolare di mettere a coltura un territorio attraverso la progettazione e la gestione del paesaggio, in modo che si possano soddisfare i bisogni della popolazione (cibo, fibre vegetali, fonti energetiche) e, allo stesso tempo, garantire il mantenimento degli equilibri nei vari ecosistemi naturali.
Come riporta Wikipedia, nel primo testo di permacoltura di Mollison ed Holmgren, che è anche il primo tradotto in italiano (Permacoltura, un’agricoltura perenne per gli insediamenti umani, 1992, prima edizione 1978) leggiamo: “Permacoltura è una parola che abbiamo coniato per denominare un sistema integrato e in evoluzione costituito da piante perenni o che si autoperpetuano e da specie animali utili all’uomo. Si tratta in sostanza di un ecosistema agricolo completo.”
La permacultura approda però ufficialmente in italia solo nel settembre del 2000, quando su invito dell’Associazione Torri Superiore, nella Riviera di Ponente in Liguria, due insegnanti dell’Accademia spagnola di permacultura hanno tenuto il primo corso su questo metodo. Da allora, numerose aziende italiane hanno avviato progetti di permacultura insieme ad agronomi e progettisti ambientali che ne hanno studiato i principi e le applicazioni.
Massimo Candela (http://www.scuoladipratichesostenibili.org) ha dato una spiegazione della permacultura in questi termini: la permacultura si può definire come un sistema di progettazione per insediamenti umani ecosostenibili, fondati sulla centralità dell’agricoltura e su un’attenzione particolare alla natura circostante. Si può definire anche come ecologia applicata, i cui principi di riferimento sono presi dall’osservazione della natura.
Convinzione fondamentale della permacultura è che, applicando in maniera etica e responsabile i metodi ecologici nei sistemi produttivi agricoli, si possa avere un equilibrio tra uomo e natura, equilibrio indispensabile alla vita stessa. In altre parole, la permacultura punta a dimostrare che la sopravvivenza umana è strettamente legata ad un tipo di agricoltura in grado di durare nel tempo, con un impatto ambientale quasi prossimo allo zero.
Importante osservare che questa visione può essere applicata sia a piccole che a grandi realtà agricole, a cominciare dal balcone di casa o dall’orto domestico per finire con le grandi aree naturali, gli insediamenti rurali, i villaggi e anche i centri urbani.La teoria sviluppata da Mollison e Holmgren si è sempre basata sulla coltivazione consociata di alberi perenni, arbusti, erbacee, funghi e tuberi. Ma dal momento che l’autosufficienza alimentare non può essere garantita senza l’accesso alla terra, ben presto i due scienziati iniziarono ad occuparsi anche di strategie finalizzate all’acquisizione delle terre, alle strutture contrattuali e di autofinanziamento.
Anche ad una dimensione ridotta, familiare, la permacultura serve per non inquinare molto, come di solito facciamo noi con le nostre macchine agricole, ed anche per avere varietà di ortaggi che durino per molto tempo e si possano coltivare in quasi tutte le stagioni. Sembra proprio qualcosa da provare, anche nel giardino di casa.
(a cura di Leonardo e Manuel)
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