Sul pianeta, finirebbe la vita qualora scomparissero le api. Molti attribuiscono questa locuzione allo scienziato della Relatività, Albert Einstein, altri lo smentiscono ritenendo che sia una bufala il contenuto della frase.
E dunque se ne può discutere. L’ape è un insetto pronubo, un impollinatore, le erbe per riprodursi hanno bisogno di ricevere il polline, seme germinale, dalle piante consimili, funzione che viene svolta soprattutto dalle api. Il loro silenzioso rapporto è antico quanto la loro esistenza, come per l’uovo e per la gallina ci si può chiedere chi sia nato prima, le piante, nella loro estesa biodiversità, o le api?
La umida secrezione che le piante emettono, il nettare, fluido ricco di zuccheri polisaccaridi, non è altro infatti che un escamotage per attirare le api e farsi fecondare con il polline di cui le api si sono imbrattati sui fiori della stessa varietà. Le api sono responsabili di circa il 70 per cento della impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, garantendo circa il 35% della produzione globale di cibo. Se è vero che Einstein era quel genio che si conosce, a tutti piacerebbe attribuirgli quella bella espressione, anche se forse lo scienziato non sapeva nulla di api. Perciò una cosa è certa: bisogna proteggere questo piccolo insetto oggi minacciato insieme a tanti altri insetti impollinatori. Le api muoiono continuamente a causa dell’uso in agricoltura di alcuni pesticidi che fanno perdere l’orientamento alle api bottinatrici che non riescono a tornare nei loro alveari.
Meno api, meno impollinazione, meno garanzia di biodiversità con le conseguenze nefaste dell’impoverimento botanico. Un quadro desolante dal quale partire per reagire. Cosa possiamo fare? Intanto prendere coscienza del problema che già da qualche tempo angustia gli scienziati, e aderire alla iniziativa di Greenpeace tendente ad eliminare l’uso in agricoltura di quelle sostanze chimiche responsabili di irreparabili danni e favorire l’agricoltura sostenibile. E poi nel più piccolo amare questi insetti, non averne paura, non ricorrere agli spray assassini appena li si vedono aggirarsi nelle vicinanze di casa. Non sono da temere neanche le loro punture, a meno che non si sia allergici al veleno dell’ape, perché, a parte il dolore provocato dal pungiglione, fanno bene e sono curative di molte patologie umane: oltre al miele, polline, pappa reale, propoli, cera, le api forniscono anche il veleno, un farmaco naturale che vede molte applicazioni in farmacia e medicina
Jari
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