Mi trovai ad attraversare con una barchetta di legno che si muoveva adagio, ma da sola, un lago grandissimo tutto nero come la pece.
Era molto misterioso, e qualche volta avevo il timore che qualcosa da sotto prendesse la barca, e la facesse affondare.
Dopo in po’ mi trovai davanti ad un portone immenso, marrone scuro, ma appena lo toccai esso si aprì con un gran tonfo che mi fece rizzare i capelli.
Entrai, mi girai e con mio grande stupore vidi che c’erano tante sbarre che, come le barche, si muovevano da sole.
Fui obbligato a salire delle scale di marmo bianco, molto scivoloso con fortunatamente un bel corrimano anch’esso di marmo, dopo aver salito tre rampe di scale con scalini stranamente molto grandi, mi affacciai ad un lungo corridoio.
Buio, ma con qualche finestra che faceva filtrare una luce delicata che formava delle ombre che a tratti guardavo.
Ecco che arrivai davanti a una porta, l’aprii ed entrai in una sala molto grande con tante candele che illuminavano la stanza e portavano felicità, c’erano dei tavoli con sopra cibi squisiti di tutti i tipi.
Il pavimento era fatto con delle mattonelle rosse, invece sul soffitto era rappresentato un cielo stellato, sembrava vero. C’erano tante finestre decorate con fiocchi rossi come se fosse carnevale.
Le finestre erano chiuse per evitare che entrasse il freddo. Una cosa che m’impressionò molto fu che la stanza era davvero grande, ma non c’era un filo di polvere.
A cura di Raffaele
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