Era un caldo ed afoso pomeriggio di luglio.
Il detective de Mirti ed il suo assistente, il tenente Pepe, indagavano sul delitto del famigerato scultore Michelangelo Bonarroti.
Il corpo era stato trovato nel Museo dell’Accademia, dove era conservata gelosamente la scultura più famosa: il David.
Quando gli investigatori cercarono gli indizi, trovarono, dentro un cestino della spazzatura, un biglietto tutto bruciacchiato: lo estrassero con le pinzette e lo misero in un sacchetto. Notarono che c’era scritto: -Datemi il dovuto, altrimenti…..
Questo era un grande indizio! L’avrebbero dovuto portare al laboratorio dove avrebbero scannerizzato il biglietto del biglietto per trovare le impronte digitali del colpevole; sapevano anche il movente era uno stipendio troppo basso.
Poi, prima di ripartire, trovarono vicino ad una scultura una cordicella ricoperta di macchie di sangue. Ora avevano scoperto anche l’arma del delitto. Giunti al laboratorio misero il biglietto e la corda nello scannerizzatore: le impronte digitali portavano a Federico Sovis che era il miglior amico di Michelangelo, nonché il suo migliore operaio.
Federico era un benestante che abitava in una villa, nella migliore via di Firenze.
Sovis venne interrogato e confesso tutto, quindi scoprirono che era stato lui.
Allora gli diedero l’ergastolo per aver ucciso il famoso scultore Michelangelo
Ideato e scritto
Camilla M. e Mattia V.
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