Natura e Ambiente

IL SALICE PIANGENTE

3 Feb 2021

Il termine “salice” significa “vicino all’acqua”.
Il Salice è una pianta che cresce negli ambienti umidi, in posizioni molto luminose, a diretto contatto con i raggi solari, può raggiungere i 15, 20 m di altezza, massimo 30 m.

Esistono molte tipologie di salici, ma tutte sono caratterizzate da rami penduli che donano un aspetto regale e di leggerezza. Le foglie, disposte a spirale, sono di colore verde brillante, di forma allungata, lanceolata e dai margini dentellati.
I fiori sono di colore giallo e verde chiaro e fioriscono a primavera insieme alla nascita delle prime foglie.

Grazie al suo esteso sviluppo radicale, il salice consolida le pendici franose e regge il terreno in prossimità di affioramenti d’acqua.

I rami flessibili del salice sono utilizzati in vari modi, per esempio per costruire le gerle (ceste) o come spago per tenere insieme le cataste di legno. Dal salice viene estratta una sostanza usata nell’acido salicidico della comune aspirina.

Ci sono tante leggende provenienti da varie parti del mondo e di vari culti, sul salice piangente. Di seguito ne riportiamo una giapponese, una del mondo cristiano e una montanara.

La leggenda giapponese
Un medico giapponese, durante una forte nevicata, notò che i rami di molti alberi grandi e forti si erano spezzati sotto il peso della neve. Solo un albero aveva resistito: era il salice.
Questa pianta lascia cadere la neve e, liberatasi dal suo peso, torna alla sua forma originale, perché se volesse resistere sprecherebbe molte energie in una lotta senza speranza (non potrà mai fermare la neve!).
Guardando il comportamento del salice, il dottore dedusse che la cedevolezza, la non resistenza, la flessibilità non significano arrendevolezza ma adattamento alle condizioni della vita.

La leggenda cristiana
Un tempo, il salice aveva una bella chioma slanciata: i suoi rami, rivolti all’insù, arrivavano a toccare il cielo.
Un giorno Gesù con la croce sulle spalle, percorrendo la strada che conduceva al Golgota (il luogo in cui sarebbe stato crocifisso) cadde e non riusciva ad alzarsi. Nessuno lo aiutò. Fu allora che il salice, vedendo quell’uomo soffrire così, chinò la sua chioma e allungò i suoi rami verso di lui, in modo che potesse afferrarli per rialzarsi. Da quel giorno il salice, rattristato da tanto dolore non ha più rialzato la chioma. Per questo motivo viene chiamato salice piangente.

La leggenda montanara
Una leggenda narra di come quest’albero maestoso, ai tempi in cui i suoi rami non pendevano, avesse fatto amicizia con un ruscello. Quando dei boscaioli minacciarono di tagliar il tronco del salice, questi pensò bene di abbassare tutta la chioma per impietosire i boscaioli e rimanere vicino al suo amico ruscello. Andò a finire che gli uomini cambiarono idea ritenendo che l’albero fosse affetto da una qualche malattia. Da allora il salice ha mantenuto i suoi rami penduli e gli piace vivere vicino all’acqua.

A cura di Cecilia e Stella


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