Nella classe 3B Vittorio Veneto abbiamo fatto una mostra di storia del tempi dei nostri nonni e genitori.
Questa mostra espone degli oggetti dei tempi passati che ora non si usano più.
Questa specie di museo degli oggetti antichi si trova sopra la cattedra della nostra classe e si è fatta un giovedì a metà novembre.
Questi oggetti servivano ai nostri nonni e genitori quando nel passato noi non c’eravamo ancora.
Per fare questa ricerca abbiamo prima fatto quattro gruppi. Ogni gruppo si concentrava su un tema diverso. Abbiamo scritto delle domande da fare ai nostri nonni o genitori.
Siamo andati a casa e abbiamo chiesto a genitori o nonni se avevano qualcosa di antico da prestarci. Abbiamo catalogato tutte le cose portate da casa e abbiamo preso un cartoncino colorato e scritto il nome dell’ oggetto.
Nella parte di mostra dedicata ai nonni avevamo tanti oggetti.
Yuri, ha portato un macinino per il caffè: nei tempi passati si compravano i chicchi di caffè, si mettevano nel macinino, si macinavano e diventava polvere di caffè.
Ginevra d. ha portato le lire che si usavano nei tempi passati che ora non si usano più perché ci sono gli euro.
Vittoria d. ha portato il gettone telefonico: ne serviva uno per fare una telefonata da una cabina: digitavi il numero (te lo dovevi ricordare) e se non rispondeva non ci potevi fare niente.
Viola ha portato una copia di uno strumento che si usava 900 anni prima della nascita di Gesù che si chiama Launeddas .
Per la parte della mostra dedicata ai genitori abbiamo usato lo scaffale.
Giulia ha portato una macchinina che usava suo padre da piccolo nel tempo passato quando noi non c’eravamo .
Federico ha portato un quaderno di matematica di suo padre .
Uberto ha portato un tritacarne dove mettevi la carne e si tritava e diventava a piccoli pezzettini.
Daniela ha portato un telefono che ha i pulsanti con scritti i numeri (per scrivere un messaggio dovevi digitare i numeri tante volte e venivano le lettere) lo schermo è più piccolo di quelli che abbiamo oggi, e non c’erano i colori. e poi c’erano pochi giochi.
Articolo scritto da Ginevra Vittoria e Vittoria
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