Quattro testi dedicati all’emergenza Covid-19.
Dal 5 Marzo 2020, cioè da quando hanno chiuso le scuole in tutta Italia, la vita di tutti noi è profondamente cambiata, a causa del covid-19. Il premier Conte ha annunciato, in un discorso alla nazione che si doveva restare a casa e che si poteva uscire soltanto per fare la spesa e per andare in farmacia, il tutto per contenere il coronavirus che si è diffuso in quasi tutta la penisola provocando tanti decessi. Tutto è cominciato a Wuhan qualche mese fa, un nuovo virus mortale ha contagiato gran parte della popolazione cinese. Qui in Italia questo virus non ci preoccupava perché la Cina è molto lontana e non pensavamo arrivasse anche da noi.
Poi un giorno al telegiornale, alla fine di Febbraio, danno la notizia che c’era un caso in Lombardia. Da allora i casi sono aumentati ogni giorno con una velocità incredibile. È per questo che è stato deciso di chiudere tutto ed è obbligatorio mantenere almeno un metro di distanza e indossare le mascherine quando si esce. Hanno anche deciso che chi esce di casa deve compilare un foglio in cui c’è scritto il motivo per cui si è usciti e molte persone sono state multate perché fuori casa per motivi futili, come andare a correre o incontrare gli amici.
All’inizio ero felicissimo di non andare più a scuola, a tennis, agli scout, a catechismo, così potevo riposarmi un po’. I primi giorni sono stato a non far nulla, sono andato solo in giardino a giocare con mia mamma. Poi le maestre hanno cominciato a darci i compiti su live-forum ed io li ho sempre fatti anche se duravo un po’ fatica a seguire le lezioni sulla chat. Anche babbo e mamma sono stati costretti a lavorare da casa e mia sorella ha iniziato a fare le videolezioni ogni mattina con i professori delle medie. La mamma è l’unica che esce ogni tanto per andare a fare la spesa per tutta la famiglia.
Io mi sono organizzato le giornate in modo da cambiare spesso attività per cercare di non annoiarmi troppo: faccio dolci con mia sorella, gioco alla playstation, vado in giardino, faccio compiti, lavoretti, leggo e gioco con i miei familiari e il mio criceto. Prima di Pasqua le maestre hanno cominciato a fare le videolezioni ed è più divertente perché così possiamo vederci e posso vedere anche i miei compagni. Mi mancano i miei amici e giocare con loro in giardino. Mi manca la vita normale, andare dai nonni e dai cugini. Per fortuna con i parenti e con alcuni amici ci vediamo tramite le videochiamate, anche se non è la stessa cosa che vedersi dal vero, poter giocare, parlare e scherzare insieme. Il giorno di Pasqua la mamma ha anche organizzato una caccia alle uova, aveva preparato degli indovinelli che mi hanno condotto, biglietto dopo biglietto, al tesoro.
La cosa che mi ha rattristato di più di tutta questa faccenda, è stato sentire ogni giorno al telegiornale che ci sono tante persone che faticano a respirare e muoiono a causa della polmonite. Penso che i medici e gli infermieri siano dei veri eroi perché fanno di tutto per salvare vite umane. Spero di uscire presto da questa situazione, mi piacerebbe ricominciare a fare le cose che facevamo prima. Non riesco ad immaginare come sarà la nostra vita quando ricominceremo, a quanto ho capito finché non troveranno un vaccino o una cura contro questo virus spietato, non sarà più come prima: bisognerà continuare a stare distanti gli uni dagli altri e dovremo sempre indossare le mascherine e i guanti.
A cura di Lorenzo
La vita di tutti è cambiata quando un virus nuovo, pericoloso e sconosciuto ha iniziato a circolare in Cina e presto ha cominciato ad espandersi in tutto il mondo, e adesso non possiamo più fare le stesse cose di prima. Inizialmente ci hanno detto di lavarci spesso le mani e di non abbracciarsi. Poi mercoledì 4 marzo il Governo ha decretato di restare tutti a casa, di uscire il meno possibile, solo per i beni di prima necessità e con l’autocertificazione.
Io e la mia famiglia ci siamo organizzati e gli unici che escono siamo io e la mamma, quest’ultima ci va più di me fuori perché oltre alla spazzatura va anche a fare la spesa. Per la scuola siamo organizzati solo per aprile, a maggio sarà più difficile perché anche mamma lavorerà e non potrà badare a Delia, babbo ed io avremo le video-lezioni e Delia, prima o poi, inizierà anche lei e mamma dovrà fare dei turni.
Comunque per mia fortuna non mi annoio tanto; insieme a Delia, mamma e babbo inventiamo tanti nuovi giochi come le Granucciadi oppure facciamo tanti laboratori e mi è piaciuto fare cose insieme alla mia famiglia, era da tanto tempo che non lo facevamo, abbiamo anche piantato dei semi in giardino e scoperto un nido sul pittosporo!!! Mi dispiace però che non vediamo più i nonni e avrei preferito essere a scuola con i miei compagni e maestre, visto che il prossimo anno andrò alle medie volevo stare il più possibile con la mia classe.
I miei progetti per quando sarà tutto come prima sono andare a Roma e magari dopo anche in Puglia, a San Vincenzo, alla Mela verde, al Gigante, a Torino, in Inghilterra e al Cavallino matto. Spero che tutto vada per il meglio.
A cura di Caterina
Era il 22 Gennaio 2020 quando la notizia entrò nelle nostre case tramite le televisioni.
La notizia era che in Cina si era scoperto un nuovo tipo di virus che era passato dagli animali all’uomo e provocava una terribile polmonite che poteva portare alla morte.
All’inizio fu sottovalutata perché nessuno poteva immaginarsi che ben presto questa notizia avrebbe cambiato la vita di tutti noi.
Pochi giorni dopo invece ai telegiornali non si parlava d’altro e se ne iniziò a parlare anche per strada, a scuola e in famiglia.
Iniziarono ad esserci casi in tutto il mondo e anche l’Italia fu colpita, soprattutto la Lombardia. La situazione iniziò a diventare sempre peggiore, io ebbi un po’ paura ma con il tempo ho imparato ad affrontarla.
Poi giovedì 5 marzo chiusero le scuole, in quel momento realizzai che solo quando una notizia inizia a far parte e ad influenzare la tua vita capisci veramente quanto sia seria.
Qualche giorno dopo io e due miei amici, stanchi di stare a casa andammo a prendere un gelato insieme, ma ancora una volta sbagliammo e ci ridemmo sopra dicendo: “A un metro di distanza mi raccomando” lo dicemmo in modo ironico, non prendendo la cosa ancora troppo sul serio.
Lunedì 9 marzo io e la mia classe iniziammo a fare lezione tramite una chat, era un po’ difficile stare al segno, ma facemmo del nostro meglio.
Lunedì 6 aprile iniziammo a lavorare tramite Google Meet una piattaforma fatta apposta per fare video-lezioni, il tempo passava più in fretta e riuscivamo a fare lezione molto meglio.
Intanto la situazione negli ospedali iniziò lentamente a migliorare iniziarono a distribuire mascherine e divenne obbligatorio portarle.
Anche se la situazione era in netto miglioramento io ero ancora triste perché si avvicinavano le vacanze di Pasqua nelle quali sarei dovuto andare da mia nonna, che vedevo solo tre volte l’anno e quell’anno non l’avevo vista neanche a Natale.
Spero che questa situazione finisca il prima possibile ma nel frattempo io resto a casa.
A cura di Giacomo
Da quando si è diffuso il covid 19, siamo costretti tutti a stare a casa, stare senza andare a scuola e senza uscire perché è contagioso; anche se noi bambini lo prendiamo con una forma molto lieve dobbiamo stare comunque attenti per il bene di tutti.
All’improvviso ci siamo ritrovati a studiare tramite telefono, a non poter vedere gli amici, ad arrangiarci.
Per fortuna, noi siamo bambini e riusciamo ad inventare di tutto e di più, per esempio ieri , quando la mamma era al lavoro, è venuta la mia cuginona Francesca e abbiamo costruito una villa enorme con i LEGO : aveva un terrazzo grandissimo con uno scivolo acquatico che partiva dal tetto e arrivava fino alla piscina per i tuffi poi aveva altre tre piscine, una per l’idromassaggio un’altra con un vortice che ti risucchiava e ti riportava su, l’ultima per nuotare. Aveva anche un giardino con tantissimi animali, poi aveva uno yacht privato, aveva anche un aeroporto e molte altre cose.
Ogni giorno è dura per tutti, però provo a rallegrarlo facendo sport in casa e vedendo i miei amici su internet, certo non sarà come vederli veramente però mi accontento .
È un momento difficile, per questo dobbiamo collaborare e pazientare.
Siamo tutti diversi eppure così uguali, magari lui è biondo, io castano, lui nero io bianco ma c’è una cosa che ci accomuna tutti e questa cosa è l’umanità.
Spero che qualcuno trovi la cura e si possa tornare ad incontrarci tutti.
A cura di Federico
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