Mentre stavo tornando a casa volli andare a trovare un caro amico. Quando arrivai notai qualcosa di insolito…
Le luci erano spente ma all’improvviso la luce si accese e si spense di scatto. Suonai il campanello ma nessuno rispose allora andai a casa sospettando che fosse successo qualcosa al mio amico Alessandro. Provai a chiamarlo al telefono ma non mi rispose, allora chiamai la polizia e facemmo irruzione in casa sua. Vedemmo il suo cadavere a terra e vicino a lui trovammo l’arma del delitto: era una pistola calibro 14.
Io ci rimassi malissimo. Andai ad avvisare i suoi familiari e dissi loro:
– Ho una notizia terribile: Alessandro è stato ucciso.
La madre ed il padre scoppiarono in lacrime. Nonostante la situazione ebbi il coraggio di chiedere ai genitori se Alessandro avesse dei nemici. I genitori risposero di no, ma litigava spesso con il vicino di casa Giuseppe.
Ritornammo ad indagare sull’accaduto, tornando alla casa di Alessandro trovammo la finestra sul retro rotta ed un pezzo di jeans neri in casa. Trovammo anche altri indizi come il proiettile usato per l’omicidio. L’assassino aveva sparato alla tempia della vittima. Io e l’agente Smith stavamo indagando senza fermarci perché volevamo scoprire il colpevole dell’omicidio…. poi mi venne in mente Giuseppe, il vicino di casa, allora gli chiedemmo di venire alla centrale di polizia dove gli abbiamo preso l’impronta digitale. Analizzando l’impronta e confrontandola con quella sulla pistola ci siamo resi conto che non coincidevano, allora chiedemmo a Giuseppe se avesse visto o sentito qualcosa e lui rispose:
– Sì, ho sentito uno sparo, quando mi sono affacciato ho visto qualcuno correre in macchina e scappare:era vestito di nero e aveva uno strappo sui pantaloni, una maschera nera e la macchina era nascosta tra i cespugli, l’aveva dipinta con un colore mimetico per fare in modo di nasconderla. Questo è tutto quello che ho visto spero che vi sia d’aiuto per trovare il colpevole.
Io e Smith lo ringraziammo e tornammo a casa di Alessandro.
Lì trovammo anche delle impronte di scarpe allora analizzammo le impronte sul pavimento e dopo andammo a chiedere ai parenti se avesse litigato con qualcun altro ed i parenti risposero:
– Sì, di recente ha litigato con Giulio un suo amico.
Smith ed io ci recammo a casa di Giulio e gli chiedemmo di venire con noi alla centrale di polizia e gli facemmo una domanda:
– Sei stato tu ad uccidere Alessandro, sì o no?
Lui confessò di aver ucciso Alessandro e gli facemmo l’ultima domanda:
– Perché?
Lui ci disse:
– Pochi giorni fa avevamo litigato perché lui aveva promesso di darmi 20€ se avessi vinto la scommessa e l’ho vinta ma alla fine non me li ha dati.
Noi lo arrestammo e andammo a dare la notizia ai genitori e ai parenti. Giulio è stato condannato a 40 anni di prigione per omicidio di 1°grado.
A cura di Martina
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