Yuri Chechi è un ex ginnasta italiano, che ha vinto due medaglie olimpiche nella specialità degli anelli.
Dopo aver vinto numerose medaglie agli Europei e ai Mondiali, Yuri è pronto per le Olimpiadi; per Barcellona 1992 sarebbe già da medaglia, ma poco prima si rompe il tendine d’Achille e deve rinunciare, nonostante questa cosa lo distrugga moralmente.
Ma lui non si arrende e, prima delle Olimpiadi di Atlanta, vince un mondiale dopo l’altro, arrivando, dopo otto anni di preparazione, a vincere la medaglia d’oro del 1996.
Nel 1997, dopo aver vinto un ennesimo oro alle Universiadi di Catania, annuncia il ritiro.
Ma nel 1999 torna in campo per puntare alle Olimpiadi di Sidney nel 2000; purtroppo, per lui il destino ha scelto un’altra strada e durante un allenamento si infortuna il tendine del bicipite sinistro e decide che, come tutte le cose hanno una fine, questa sarà la fine della sua carriera.
Nel 2003, però, promette al padre (gravemente malato) che se fosse guarito sarebbe tornato a gareggiare; il padre guarisce e Yuri mantiene la sua promessa, tornando ad allenarsi per Atene 2004.
Come dice Yuri, la differenza che c’era tra le Olimpiadi di Atlanta e quelle di Atene, è che nel ’96 lui si era presentato come un giovane atleta fisicamente preparato per vincere la medaglia; nel 2004, invece, si era presentato come un atleta più debole fisicamente , ma più maturo come uomo, a 34 anni, con un’esperienza di tanti infortuni alle spalle e una promessa fatta al padre.
E forse sono quest’ultime due cose che gli hanno permesso, un’altra volta, di salire su un gradino del podio olimpico e vincere la medaglia di bronzo.
A cura di M.V.
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