Libri e letteratura

Scheda del libro “Il barone rampante”

11 Mag 2017

L’autore è Italo Calvino, nato nel 1923 a San Remo.
Oltre a “Il Barone Rampante” ha scritto anche “Il cavaliere inesistente”, “Il visconte di Mezzato” e tanti altri libri.
La Casa Editrice si chiama “Gli elefanti” ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1957.Trama
Il libro racconta le avventure di un membro di una famiglia della città d’Ombrosa che fuggì di casa andando a vivere sugli alberi a causa del cibo preparato dalla sorella, e visse molte avventure.

Personaggi principali e loro caratteristiche
Cosimo: protagonista del libro, fratello del narratore, ribelle, che scappò di casa.
Biagio: il narratore del libro che è molto preoccupato per Cosimo.
Violante d’Ondariva: la bambina della famiglia dei d’Ondariva, molto scherzosa e vivace di cui Cosimo si innamora.

La copertina del libro "Il barone rampante"Breve riassunto delle vicende
Il libro racconta le avventure di un membro di una famiglia d’Ombrosa, una cittadina inglese, chiamato Cosimo; fratello di Biagio che racconta la storia.
Un giorno Cosimo scappò di casa e andò a vivere su un albero a causa delle proprie lamentele per i piatti schifosi di sua sorella Battista, e il padre barone Arminio cercò di fargli cambiare idea, ma il figlio scappò e non si fece più vedere.
Cosimo fuggì e vide molti contadini che coltivavano i loro frutti e sentì una voce da bambina.
Il figlio di Arminio andò in basso per vedere cos’era questo rumore e scoprì che era una bambina che si dondolava sull’ altalena nei giardino dei d’Ondariva, vicini di Arminio.
Cosimo apparve di scatto e i due si presentarono, la bambina si chiamava Violante o Viola d’Ondariva e disse di essere il capo di alcuni ladri di frutta.
Parlarono insieme delle loro avventure e Cosimo subì delle prese in giro da parte della bambina, quindi decise di andarsene subito.
Il figlio del barone andò avanti e vide alcuni ladri di frutta che erano quelli di cui parlava Viola, e provò a parlargli.
I ladri di frutta dissero che il loro capo era una certa Sinforosa, la quale li aveva traditi; il fratello di Biagio subito pensò che fosse Viola, quindi cominciarono a cercarla e una volta trovata la attaccarono tirandole dei noccioli di ciliegia, ma non riuscirono a vincere la battaglia.
La famiglia del barone Arminio fu molto preoccupata per Cosimo, quindi lo cercarono e lo trovarono dai d’Ondariva.
Il marchese d’Ondariva si infastidì che Viola frequentasse Cosimo perché lo consideravano strano e la mandarono in collegio.
Cosimo, nel frattempo, riuscì a fare una casa sull’albero, aiutò molti contadini, trovò un bassotto per lui, che nominò Ottimo Massimo; insegnò a un brigante a essere buono e a leggere, relazionò con un cavaliere apicoltore di nome Cavalier Avvocato, sconfisse i pirati d’Ombrosa, fece molti viaggi verso altre province della Spagna e della Francia e, quando Arminio morì, a causa di punture d’api; divenne barone.
Un giorno, in un cortile d’Ombrosa, il cane di Cosimo andò tra l’erba alta e Cosimo lo seguì, fino a perderlo.
Il cane era tra le braccia di una Marchesa la quale, alla vista del giovane, fuggì.
Il giovane rampante la inseguì e si accorse che questa donna era Viola, che stava andando a casa sua e ne uscì.
Lei si accorse di Cosimo, lo salutò e venne sugli alberi con lui a parlare; dopo un po’, i due si sposarono e decisero di stare sempre insieme.
Cosimo, però, disse che il matrimonio con lei era normale come tutte le altre cose, per questo, Viola si arrabbiò e non si fece mai più vedere perché pensava che l’amore dovesse essere speciale.
Cosimo dopo una malattia che quasi lo fece morire decise, anche lui, di andare via e incontrò Napoleone ma anche di questo incontro rimase deluso.
Il libro finisce con il barone, ormai vecchio, che muore attaccandosi all’ancora di una mongolfiera e sparisce nel mare, non mettendo più i piedi per terra nemmeno da morto.

Giudizio, impressioni personali e commento
Questo libro mi è piaciuto perché le storie e i fatti erano molto interessanti e particolari.
Allo stesso tempo, però, non mi è piaciuto perché odio essere nei panni di Cosimo perché andando a vivere sugli alberi aveva abbandonato la famiglia e non stava più con loro.
L’autore vuole far vedere quali possono essere i pericoli andando da soli senza famiglia.

A cura di Alessandro Chiarelli


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