Era circa un anno che non andavo al Laboratorio e devo dire che mi ha fatto un certo effetto ritornarci, sono stato felice di rivedere il mio maestro Stefano e ritrovarmi ancora una volta tra prototipi, computer, droni, maxi schermi e stampanti 3D!
Ricordo ancora la prima volta che sono arrivato in quella stanza, ero così impaziente di iniziare e tutta quella “tecnologia che mi stava intorno” mi emozionò tantissimo!
E così è stato venerdì scorso. Sentivo emozione, nostalgia e piacere di tornare e mi sono subito sentito a casa, anche grazie alla calorosa accoglienza che mi ha fatto Stefano!
Ho frequentato il corso di robotica al Laboratorio per due anni, ogni venerdì per quattro ore consecutive a costruire e programmare le nostre missioni con i robot realizzati con i kit di Lego Mindstorm Education. Il tempo volava perché quello che facevamo era davvero interessante, divertente e stimolate e la compagnia dei miei compagni davvero bella. E’ stata un’esperienza speciale e che emozione quando abbiamo partecipato alla gara di robotica per le selezioni del centro Italia che si tiene ogni anno a Pistoia. Abbiamo avuto la soddisfazione di avere un bel piazzamento, anche se era la nostra prima esperienza.
Ma torniamo alla nostra visita di venerdì 7 aprile. La giornata era bellissima e mi è piaciuto molto andare a piedi dalla nostra scuola alla Specola. Mentre camminavamo, abbiamo chiacchierato tra di noi, ognuno diceva cosa si aspettava da questa visita e cosa avrebbe voluto fare, eravamo tutti molto contenti e pieni di aspettative.
Appena arrivati, Stefano ci ha accolti ed ha subito fatto un’affermazione che ha lasciato di stucco molti dei miei compagni: i computer sono stupidi!!
Ho guardato le loro espressioni e mi è venuto da sorridere perché ricordo che quell’affermazione fece lo stesso effetto anche a me due anni fa! Ma Stefano ha ragione e ce l’ha spiegato: i computer sono in grado di fare meglio e più precisamente di noi tante cose, ma sono tutte cose che ha programmato l’uomo, non il computer. Per questo se un robot si trova davanti a una situazione banale ma che non conosce, perché l’uomo non l’ha programmato, si blocca e non riesce a trovare una soluzione da solo. Ad esempio, se un robot è programmato solo per andare dritto davanti a sé e trova un piccolo ostacolo, non sarà in grado di risolvere questo problema semplicissimo, che anche un bambino molto piccolo saprebbe fare! Insomma i computer non hanno l’intuito che abbiamo noi uomini, ma sanno soltanto eseguire perfettamente i comandi che l’uomo gli ha dato, niente di più!
Stefano poi ci ha presentato NAO! Uno dei robot più evoluti in commercio.
Nao è davvero incredibile, comprende tutte le lingue e ne parla 19!! Inglese, giapponese, russo, italiano, arabo, ecc.
Nao ha ben 26 motori interni che gli permettono di fare molti tipi di movimenti, quasi come un uomo. E’ dotato anche di telecamere, vari sensori, microfoni e altoparlanti per interagire con quello che gli sta vicino: è capace di sentire, parlare, vedere.
Fa davvero effetto vederlo muovere perché i suoi movimenti non sono scattosi ma fluidi, quasi umani!
E’ capace di camminare e di evitare gli ostacoli che trova sulla sua strada, se cade riesce a rialzarsi da solo, riesce a prendere gli oggetti e a parlare attraverso un sintetizzatore vocale.
Dopo Nao, Stefano ci ha mostrato il robot base costruito con il kit Lego Mindstorm Education, simile a questo:
ha spiegato in cosa consiste la programmazione e ci ha mostrato come fare.
Poi ci ha lasciato del tempo per provare a programmare i robot da soli, ovviamente ci aiutava e ci seguiva quando qualcosa non ci riusciva. All’inizio mi sentivo un po’ “arrugginito”!! poi mi sono tornate in mente tutte le cose che sapevo fare e ho iniziato a programmare il nostro robot insieme ai miei compagni.
Abbiamo iniziato con le cose più semplici, come ad esempio andare in avanti, poi avanti e indietro e alla fine siamo riusciti a programmare il robot ad andare avanti e poi girare di 90°, facendogli fare un percorso quadrato.
Stefano ci ha anche mostrato come utilizzare il sensore di luminosità che serve per fare seguire al robot una linea nera disegnata su uno sfondo bianco: si chiama “line follower”.
In realtà con questo sensore il robot segue il bordo della linea nera, cioè la delimitazione tra il bianco dello sfondo e il nero della linea. Grazie al sensore di luminosità, i robot capisce quando si trova sopra la linea nera (il sensore rileva una luminosità dello 0%), quando si trova sul bordo della linea nera (luminosità 50%) e quando si allontana dalla riga e si trova sullo sfondo bianco (luminosità 100%).
Ci ha colpito che il robot si muovesse un po’ a zig zag e Stefano ci ha spiegato il perché. Inizialmente si sposta dritto in una direzione poi, quando il sensore luminoso gli comunica che si sta allontanando dalla linea nera, il robot si riposiziona vicino al bordo e ricomincia ad avanzare dritto fino a che nuovamente si accorge di allontanarsi dalla linea nera e si riposiziona, e così via. Stefano ci ha anche svelato un trucco: è possibile togliere questo strano andamento a zig zag, basta utilizzare due sensori, uno che punta al bordo destro della linea e l’altro al bordo sinistro! In questo modo il robot avanzerebbe in modo più lineare.
Purtroppo il tempo è volato e ci siamo ritrovati alla fine di questa bella esperienza troppo velocemente! Soddisfatti di questa bellissima uscita, ci siamo rincamminati verso la scuola, parlando tra di noi di quello che ci era piaciuto di più.
Anche se erano cose che già conoscevo e che avevo fatto tante volte, è stato un piacere tornare al laboratorio, è stato come … avere un bellissimo flashback!
A cura di Raul Bruscoli
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