TITOLO: giù nella miniera
AUTORI: Igor de Amicis e Paola Luciani
RIASSUNTO: Fulvio, un ragazzino dell’Abruzzo di 13 anni e la mamma andarono in Belgio a Marcinelle dal padre che
faceva il minatore. Gli dissero che sarebbero andati lì per fare la vita da signori, ma in realtà era molto diverso, i belgi (mangiapatate) non andavano d’accordo con gli immigrati italiani (mangiaspaghetti) e anche tra i ragazzi si erano creati dei gruppi ben distinti, gli italiani formato da: Silvana, Ciro, Vittorio e Fulvio, e i belgi Paoulette, Eddi, Gui-Gui e Jean-Claude (il fratellino di Paoulette).
Tra di loro c’era molta concorrenza, si facevano dispetti a vicenda e sfide, ma un giorno lanciarono una sfida pericolosa, i capi (Fulvio e Paoulette) giù nella miniera, dove lavoravano i padri, e prendere il tesoro del minatore fantasma, ovviamente nessuno dei due si ritirò per darla vinta all’altro. Allora l’8 agosto 1965 andarono giù nella miniera alla ricerca del tesoro, inaspettatamente arrivò nei sotterranei anche Jean-Claude e ad un certo punto i ragazzi sentirono un forte rumore, del fumo e la sirena che suonava imperterrita, era scoppiato un incendio. I ragazzi si spaventarono molto, e da quel momento lasciarono da parte tutti i litigi e collaborarono, perciò cercarono di scappare e proteggersi dal fumo che li avrebbe soffocati, ma si ritrovarono in un vicolo cieco. Ma dietro quel muro di roccia trovarono e presero il tesoro del minatore fantasma. Mentre si proteggevano dal fumo e dalle fiamme, sentirono delle voci, dei minatori, iniziarono ad urlare per farsi salvare. Arrivarono
i soccorsi, li portarono ad una ascensore per riportarli in superficie e mentre Fulvio stava per salire un cavo
dell’ascensore si ruppe a causa delle fiamme e dovettero risalire o non ce la avrebbero fatta a quel punto Paulette sveni. Dopo poco la portarono in superficie, ma lei era in un mare di onde nere e vedeva gli occhi di Fulvio, così lucenti e quel suo sorriso così perfetto, ma poi si risvegliò tra la voce del padre che la chiamava e la gente che piangeva e urlava.
Si alzò, chiese subito di Fulvio, Jean-Claude gli rispose “Io… Lui ha lanciato il tesoro sull’ascensore. L’ho visto. Ma poi…”
Paoulette non volle sentire altro aveva capito. Si alzò, apri il tesoro e non c’erano delle monete d’oro, ma delle foto e degli oggetti, la vita di un minatore, andò verso casa e vide i genitori di Fulvio piangere, di colpo si sentì una tempesta che le cresceva dentro e che la travolse spazzandola via, era pronta a ricadere tra quelle onde scure, ma c’erano delle braccia che la sostenevano erano quelle della sua banda e quelle della banda dei mangiaspaghetti.
OPINIONE PERSONALE:
Secondo me è un bel libro da leggere, anche se all’inizio un po’ noioso, andando avanti nella storia appassiona sempre di più, è straordinario come l’autore abbia fatto a descrivere così bene la miniera e le emozioni, sembrava di essere lì, uno dei personaggi. È un libro molto realistico, perché dietro la storia c’è il razzismo tra belgi e italiani, però c’è anche il cambiamento dopo l’incidente, dove gli sguardi pieni di odio
tra belgi e italiano si spensero.
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