Salute

Vaccino antipoliomielite

31 Mag 2021

Il 25 agosto 2020 l’ OMS ha annunciato al mondo la sconfitta del virus della poliomielite nel continente africano grazie a una campagna massiccia di vaccinazione.

Cos’è la poliomielite?
La poliomielite (o polio) è una malattia molto contagiosa che si trasmette per via oro fecale, cioè bocca e feci
Circa il 90% delle infezioni da polio non causa sintomi, ma nell’uno per cento dei restanti casi, il virus penetra nel sistema nervoso centrale dove colpisce di preferenza i neuroni motori; a seconda dei nervi coinvolti. Si possono presentare vari tipi di paralisi la polio spinale è la forma più comune, caratterizzata da paralisi asimmetrica che spesso coinvolge le gambe. Non esiste una cura
Per contrastare la malattia resta solo la strada del vaccino: stimolare il sistema immunitario che impara a difendersi da quel virus e così diventa immune. L’immunità alla polio blocca il contagio da persona a persona del poliovirus selvaggio, proteggendo in questo modo sia le persone vaccinate che la comunità (immunità di branco).

Vaccino Salk
Il primo fu sviluppato da Jonas Salk, testato nel 1954, si compone di una dose di poliovirus inattivati (morti) da iniettare.
Salk, durante una trasmissione televisiva, raccontò gli ottimi risultati ottenuti dal suo team su un piccolo gruppo di adulti e bambini. Due giorni dopo tali risultati vennero pubblicati su un giornale specialistico. Dato che la sperimentazione avrebbe richiesto diversi anni, per incoraggiarne la diffusione nel minor tempo possibile, Salk decise di non brevettare il vaccino dichiarando che il brevetto apparteneva alla gente.
Il vaccino Salk viene coltivato e moltiplicato in un tipo di coltura ricavato dal rene di scimmia, che viene poi reso inattivo da una sostanza chiamata formalina.
le vaccinazioni sono divise in quattro dosi tutte somministrate poco dopo la nascita; la prima tra gli uno o due mesi la seconda ha quattro mesi, la terza dai sei ai diciotto mesi e l’ultima dai quattro ai sei anni sei anni. In alcuni paesi durante l’adolescenza viene fatta una quinta vaccinazione.

Vaccino Sabin
Un vaccino orale fu sviluppato da Albert Bruce Sabin con poliovirus attenuati e la sperimentazione umana fu iniziata nel 1957, è fu approvato nel 1962.
Questo vaccino è prodotto dal passaggio del virus attraverso cellule non umane con una temperatura molto bassa, che produce mutazioni spontanee nel genoma virale; il poliovirus così trasformato si replica nell’intestino.
Una dose produce immunità a tutti i tre sierotipi di poliovirus in circa il 50% dei destinatari. Tre dosi di OPV producono anticorpi protettivi per tutti e tre i tipi di poliovirus in più del 95% dei riceventi.
I virus vivi utilizzati nel vaccino vengono espulsi con le feci e possono essere diffusi all’interno di una comunità, con conseguente protezione contro la poliomielite anche
in individui che non sono stati vaccinati direttamente.

Come scegliere
In regioni con maggiore presenza della malattia è ancora usato il vaccino vivo che ha lo svantaggio di dover rispettare regole rigide per il trasporto e lo stoccaggio, che rappresentano un problema in alcune zone calde o remote della terra. Come per altri vaccini a virus vivo, l’immunità data dura per tutta la vita.
Il vaccino Sabin è più facile da somministrare, eliminando la necessità di siringhe sterili e rendendolo più adatto per le campagne di vaccinazione di massa. Questo tipo di vaccino fornisce anche l’immunità più duratura rispetto al vaccino Salk.

La malattia oggi
I due vaccini hanno eliminato la poliomielite dalla maggior parte dei paesi del mondo e hanno ridotto l’incidenza a livello mondiale da circa 350.000 casi registrati nel 1988 a 1.652 nel 2007, sino al minimo storico di 83 casi nel 2019.
Oggi è stato raggiunto un grande obiettivo perché negli ultimi 4 anni in Africa non è stato riscontrato nessun caso e la malattia si può dire sconfitta.
La malattia, però, è ancora presente in Afghanistan e Pakistan e i casi dal 2020 sono in aumento.

A cura di Elisa


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