Salve, io sono Augusta e sono una cittadina romana. Siamo nell’anno 108 A.C.
I miei genitori sono patrizi ed hanno al loro servizio diversi schiavi .
La mattina, quando scendo dal mio letto, mi dirigo subito in cucina e faccio colazione
mangiando crocchette di polenta di miglio cotte nel latte oppure minestra di farro di cui sono ghiotta.
Poi , quando la mamma è libera, vado con lei e la aiuto a cucinare, cucire e svolgere le faccende di casa, insieme alle schiave perché devo imparare. A me piace cucinare e anche
cucire, ma non svolgere le faccende anche perché non sono molto ordinata.
Per il “prandium”, cioè il pasto di mezzogiorno, la mamma ci prepara carne fredda verdura e frutta. Dopo pranzo, siccome ho una gran passione per gli acquedotti , vado con mio padre , che ne sta facendo costruire uno dagli schiavi, a vedere a che punto sono i lavori.
Gli acquedotti romani mi piacciono molto: servono per portare l’acqua nelle case, alle Terme e alle fontane da sorgenti distanti.
L’acqua va scelta con cura perché deve essere pura, limpida e priva di inquinamento.
Non riuscivo a capire come come l’acqua arrivasse in città e uno schiavo mi spiegò che le sorgenti venivano scelte in collina, cioè più in alto rispetto alla posizione di Roma e che l’acquedotto veniva costruito in leggera pendenza (circa il 2% ) in modo che l’acqua scivolasse continuamente per tutta la distanza che separava le sorgenti dal punto dello sbocco.
Dopo un po’, quando mi stanco, vado a giocare con i miei amici al Foro.
Quando la mamma viene a chiamarmi vuol dire che è ora di andare a casa.
La nostra cena consiste di carne o pesce, legumi e verdure, che consumiamo dopo esserci lavati nel “vestibolo”.
Poi andiamo di corsa a letto: è stata una giornata stancante, ma mi sono tanto divertita.
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