L’origine delle bambole lele è molto antica, precedente all’arrivo degli spagnoli nel continente americano. Queste bambole sono state create dal popolo Otomì, nel paesino che si chiama Amealco, nello stato di Queretaro che è in Messico.
La parola “lele” in lingua otomì significa bebè. Le prime bambole lele erano fatte di argilla, palma e “capelli di mais” ottenuti dalle pannocchie. Si mettevano nelle tombe dei bambini per allontanare gli spiriti maligni, cioè cattivi.
Dopo l’arrivo degli spagnoli, nella regione si cominciarono a realizzare queste bambole con degli stracci e diventarono dei veri e propri giocattoli per bambini. Il corpo della bambola lele è così articolato: ha delle lunghe trecce, una corona fatta con nastri colorati e i suoi vestiti sono quelli tradizionali della cultura otomì.
Il 18 aprile del 2018 la bambola lele è stata dichiarata patrimonio culturale dello stato di Queretaro e patrimonio intangibile dell’umanità. Nel 2019 una lele gigante ha girato il mondo, è stata esposta in città come Londra, Madrid, Sidney, Chicago, Montreal, Shangai, San Francisco, Los Angeles e Toronto.
Così è diventata la bambola messicana più famosa.
A cura di Martina C. C.

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