La civiltà romana è la civiltà fondata nell’antichità dai Romani, una popolazione indoeuropea di ceppo italico e appartenente nello specifico al gruppo dei popoli latino-falisci, stanziatisi in epoca protostorica nell’attuale Lazio, la quale riuscì, a partire dal V secolo a.C., ad estendere il proprio predominio sull’Italia e, successivamente, sull’intero bacino del Mediterraneo e in gran parte dell’Europa centro-occidentale. La suddetta civiltà, passata da una monarchia attraverso una repubblica oligarchica fino a un impero – la cui parte occidentale sopravvisse fino al V secolo e lasciò importanti tracce archeologiche e numerose testimonianze letterarie – plasmò l’immagine di quella che è oggi conosciuta come civiltà occidentale.
La civiltà romana è spesso annoverata nell’antichità classica insieme all’antica Grecia, essendo quest’ultima una civiltà che ha ispirato parte della cultura romana. Oltre al suo modello di potere, che è stato emulato o ispirato da innumerevoli principi, la civiltà romana ha contribuito enormemente allo sviluppo del diritto, delle istituzioni e della legislazione, nonché della guerra, dell’arte, della letteratura, dell’architettura, della tecnologia e delle lingue del mondo occidentale.
Etnonimo di Roma e dei Romani
Le origini del nome
Sull’origine del nome Roma sono state formulate diverse ipotesi; il nome potrebbe derivare:
– da Roma, figlia di Italo (o di Telefo figlio di Ercole), sposa di Enea o di suo figlio Ascanio;
– da Romano, figlio di Odisseo e Circe;
– da Romo, figlio di Ematione, che Diomede fece giungere da Troia;
– da Romina, tiranno dei latini, che espulse gli etruschi dalla regione;
– da Rommylos e Romos (Romolo e Remo), figli gemelli di Ascanio che fondarono la città;
– da Rumon o Rumen, nome arcaico del Tevere, avente radice analoga a quella del verbo greco ῥέω (reho) e del verbo latino ruo, che significano “scorrere”;
– dall’etrusco ruma, che significa “mammella”, e potrebbe quindi riferirsi al mito di Romolo e Remo, oppure anche alla conformazione della zona collinare del Palatino e dell’Aventino;
– dal greco ῤώμη (rhòme), che significa forza;
– da Roma, una ragazza troiana che conosceva l’arte della magia, di cui si trovano accenni negli scritti del poeta Stesicoro;
– da Amor, cioè la parola Roma se letta da destra verso sinistra: l’interpretazione è dello scrittore bizantino Giovanni Lido, vissuto nel V secolo.
L’origine del nome della città, e quindi del popolo che la abitava, era incerta anche in età regia. Servio, grammatico a cavallo tra il IV e il V secolo d.C., riteneva che il nome potesse derivare da un’antica denominazione del fiume Tevere, Rumon, dalla radice ruo (a sua volta proveniente dal greco ῥέω), scorro, così da assumere il significato di Città del Fiume. Ma si tratta di un’ipotesi che non ha riscosso molto successo.
Gli autori di origine greca, primo fra tutti Plutarco, tendevano naturalmente ad autocelebrarsi come i civilizzatori e i colonizzatori del bacino del Mediterraneo, e quindi insistevano sulla lontana origine ellenica della città. Una prima versione fornita da Plutarco vede la fondazione di Roma dovuta al popolo dei Pelasgi, i quali una volta giunti sulle coste del Lazio, avrebbero fondato una città il cui nome ricordasse la loro prestanza nelle armi (rhome). Secondo una seconda ricostruzione dello stesso autore, i profughi troiani guidati da Enea arrivarono sulle coste del Lazio, dove fondarono una città presso il colle Pallantion a cui diedero il nome di una delle loro donne, Rhome[12]. Una terza versione sempre di Plutarco offre altre ipotesi alternative, secondo le quali Rome poteva essere un mitico personaggio eponimo, figlia di Italo, re degli Enotri o di Telefo, figlio di Eracle, sposò Enea o il di lui figlio, Ascanio.
A cura di Mattia

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