Il 5 febbraio 2025, noi bambini della 3a A siamo andati al Museo di Geologia e Paleontologia.
Insieme alle nostre maestre, Carmen e Silvia, ci ha accompagnato la nonna di Stefano, un nostro compagno.
Si chiama Serena ed è un’archeologa che fa la guida turistica.
Il museo si trova nel centro di Firenze, in via La Pira e quindi per arrivarci abbiamo dovuto prendere l’autobus e la tramvia che ci ha lasciato vicinissimo, in piazza San Marco.
Appena usciti dall’autobus Serena ci ha fatto vedere una “pietra d’inciampo”: è una mattonella di metallo messa per terra, con inciso il nome di una persona che è morta in un campo di concentramento.
Arrivati in piazza San Marco abbiamo fatto merenda e Serena ci ha detto che la statua nella piazza rappresenta un soldato, Manfredo Fanti.
All’ingresso del Museo ci aspettava la riproduzione di un dinosauro; abbiamo lasciato zaini e giubbotti e Serena ha iniziato a guidarci.
Le prime cose che abbiamo visto erano fossili di denti di rinoceronte e di mammut, e un’antilope.
Abbiamo scoperto che anche il legno può essere un fossile e Mattia V. ci ha spiegato come si può sapere quanti anni ha un albero.
Nel Museo ci sono tre scheletri di elefanti: due maschi, Pietro e Pippo e una femmina, Linda. Serena ci ha spiegato che si possono riconoscere perché le femmine avevano il bacino più grande dei maschi, perché facevano i cuccioli. Ci ha detto anche che i mammut avevano le zanne più lunghe e più curve degli elefanti, perché dovevano spalare la neve per trovare il cibo. Poi ci ha fatto vedere la pelliccia dei mammut.
Abbiamo visto i fossili di altri mammiferi: pantera, cervo e gli antenati dei cani. Tra gli uccelli il più grande era lo struzzo. Serena ci ha spiegato l’evoluzione con l’esempio dei cavalli, che prima avevano tre dita e nel tempo hanno sviluppato gli zoccoli.
Prima di arrivare nell’ultima sala abbiamo visto gli strumenti che si usano per tirare fuori i fossili dal terreno: la vanga, la pala, la zappa, il secchio, i guanti…
L’ultima sala ci ha colti di sorpresa: qualcuno ha avuto anche paura ma poi siamo rimasti a bocca aperta! Che meraviglia! Sembrava di essere nel profondo del mare: sopra un telo sul soffitto veniva proiettato il passaggio di una balena e si sentiva il suono che faceva e il rumore delle onde. In terra, invece, c’era il fossile di una balena; sulle pareti si potevano aprire dei cassettini pieni di conchiglie e altri fossili marini o, guardando in maschere da sub, si potevano vedere i filmati su altri animali marini (foche, squali, ricci) e piante (alghe).
Serena ci ha spiegato che lo scheletro è stato ricostruito perché i fossili erano sotto le radici di alberi che li avevano separati. Chi ha trovato i primi, non poteva immaginare che fosse proprio una balena!
Tornati a scuola abbiamo salutato e ringraziato la nonna di Stefano e ci siamo dati appuntamento per un’altra uscita.
È stata una gita troppo bella e divertente, ma abbiamo imparato anche tante parole e nuove cose.
TESTO COLLETTIVO

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