Max Park è un uomo statunitense di origini coreane nato il 28 novembre 2001 a Cerritos, in California.
Quando aveva due anni gli fu diagnosticato un autismo, una malattia che ha condizionato tutta la sua vita.
Ma Max non si arrese, infatti all’età di dieci anni prese parte a gare di “speedcubing” cioè l’abilità di saper risolvere velocemente il rompicapo più famoso e venduto: il cubo di Rubik.
Questa passione lo aiutò a combattere la malattia.
Alla sua seconda gara, arrivò primo nel 6x6x6 (un cubo che è il doppio di quello normale).
Nel campionato di Parigi nel 2017 arrivò primo nel 3x3x3 e nel 3x3x3 con una mano, inoltre arrivò terzo nel 5x5x5 e nel 6x6x6.
Invece nel campionato di Melbourne, nel 2019, arrivò primo nel 4x4x4, nel 5x5x5, nel 6x6x6 e nel 3x3x3 ad una mano.
Nel 2020 apparse in una serie Netflix sullo speedcubing e nel 2023 arrivò al picco della sua abilità battendo il record mondiale con un tempo di 3.13 secondi.
Ora Max è uno dei migliori cuber insieme a Feliks Zemdegs.
È quarto nella classifica per numero di medaglie d’oro vinte nelle varie competizioni. Figura, inoltre, al secondo posto nella classifica per numero di record mondiali stabiliti in carriera; tuttora ne detiene nove.
Io stimo molto quest’uomo perché nonostante le difficoltà lui non ha mai mollato ed è riuscito a raggiungere grandi traguardi.
Ogni numero nelle varie sigle, ad esempio 3x3x3, indica da quanti cubetti e formata da una faccia; il più grande è il 21x21x21 che è quasi impossibile.
A cura di Andrea
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