Cara Liliana Segre,
in questa lettera mi permetterò di darle del tu perché noi ci siamo talmente immersi nell’ esperienza che ha vissuto che ci sentiamo suoi amici.
È un vero onore per me scriverti e lo potrò fare grazie alla nostra amica in comune Federica Pannocchia, presidente dell’associazione “Un ponte per Anne Frank”.
La tua storia è meravigliosa e molto commovente, ciò che hai passato è davvero indescrivibile.
Sei una persona molto forte e il tuo libro “Fino a quando la mia stella brillerà”, che abbiamo letto in classe, ci ha fatto pensare e ragionare su cosa va fatto e cosa invece non va fatto quando nella vita siamo di fronte a delle scelte.
Noi vogliamo sapere ciò che è successo in passato per far sì che non riaccada mai più.
Non possiamo sapere cosa hai provato quando sei stata allontanata da tuo padre e cosa hai provato passando quell’inferno, ma ci hanno colpito molto il tuo coraggio e la tua forza d’animo.
Ritornando al libro che hai scritto insieme a Daniela Palumbo, ti vorrei citare la frase che ci è piaciuta di più, anche se le abbiamo adorate tutte.
“È stato l’amore di mio padre a salvarmi da Auschwitz.”
Io come te non avrei mai perdonato gente così crudele, i nazisti, intendo.
Nel campo di sterminio hai conosciuto parecchia gente che ti ha aiutata.
È stata una fortuna aver ritrovato alcuni dei tuoi parenti, dopo la liberazione, anche se tu avresti voluto che anche tuo padre si fosse salvato.
A scuola abbiamo approfondito molto questo argomento.
Ma come si fa a maltrattare un essere umano senza provare vergogna?
Noi in classe ci siamo chiesti cosa hai provato e cosa provi, a distanza di anni.
Abbiamo cercato di metterci nei tuoi panni.
Ora ti vorrei dire una cosa interessante, o almeno credo che lo sia, sulla nostra classe.
Stiamo preparando una mostra intitolata: “Io sono Anne Frank”, in cui noi studenti di quinta faremo da guida ai visitatori per far conoscere la storia di Anna, che aveva la tua stessa età.
Noi abbiamo aderito a questo progetto perché vogliamo essere testimoni di questa tragedia storica e vogliamo raccontare ciò che è accaduto.
Per diffondere questo messaggio in classe abbiamo creato anche un podcast nel quale puntata dopo puntata leggeremo alcune parti significative del diario di Anne per far conoscere la sua storia e le sue emozioni.
È un peccato che Anna sia morta poco tempo prima la liberazione perché avrebbe potuto raccontare ciò che ha subito come hai fatto tu e gli altri sopravvissuti.
Spero di non averti annoiata con le mie parole e di non essere stata troppo invadente scrivendoti.
Aspettiamo la tua risposta se potrai.
Cari saluti da
Camilla e la classe 5^B della scuola G. Rodari di Firenze

CONDIVIDI: