Era una mattina al sorgere del sole e il giovane Tutankhamon si era appena svegliato.
Quella mattina sarebbe andato a cacciare nel deserto intorno alla città.
Appena uscì dal palazzo, preparò il suo carro e chiese al Gran Visir di accompagnarlo.
Il Gran Visir era un uomo magro con un copricapo rosso e una lunga tunica di lino bianco e i sandali fatti di corde di papiro.
Tuth era armato di arco e frecce; erano circa a metà strada quando, una delle ruote di legno del carro si ruppe e i due giovani dovettero scendere e proseguire a piedi.
Era di prima mattina ma il sole rovente scottava già la sabbia del deserto, rendendo difficile camminarci sopra. Il sentiero che avrebbero percorso Tuth e il Gran Visir permetteva loro di attraversare tutto il deserto in cerca di gazzelle, leoni, ippopotami, tori e lepri: sarebbero passati davanti alle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, poi sarebbero scesi nel canyon che attraversava il deserto e, infine, avrebbero percorso un tratto del Nilo per tornare al palazzo.
Tuth e il Gran Visir erano solo all’inizio del canyon, quando improvvisamente, dalle alte mura, cadde una piccola lepre indifesa che scappò via il piŭ veloce possibile. Sentendo dall’ alto il muggito di un toro inferocito, Tuth e il Gran Visir decisero di scappare come la lepre. Il toro saltó nel canyon e in poco tempo li raggiunse.
Tuth smise di correre e saltó in grappa al toro cercando di fermarlo, ma non ci riuscì e il toro lo sbalzò fuori dal canyon. Quando anche il Gran Visir uscì dal canyon, aiutò Tuth a tappare con delle rocce l’ uscita: in questo modo i due guadagnarono un po’ di tempo e spinsero la loro barca sul Nilo.
Dopo poco, il toro riuscì ad aprire l’uscita del canyon spostando le rocce. Immediatamente i due giovani salirono sulla barca e iniziarono a remare. Il toro, che non sapeva nuotare, affogò e così il Gran Visir e Tutankhamon tornarono sani e salvi a palazzo.
A cura di Teresa
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