L’origine del carnevale di Viareggio risale al 1873. Nel 1921, per la prima volta, i carri che sfilavano sui viali a mare si animarono a suon di musica con una Banda a bordo delle costruzioni.
Due anni dopo la maschera di Pierrot fu la prima maschera a muovere la testa e gli occhi.
Nel 1925 fu inventata la tecnica della cartapesta (un composto di colla, gesso e carta) che, da allora, ha consentito costruzione colossali.
A realizzare le enormi maschere in cartapesta ci sono Maestri costruttori viareggini.
Nel 1930 Uberto Bonetti ideò Burlamacco, che divenne la maschera simbolo di Viareggio, la quale, nel 1931, sul manifesto della sfilata apparve in compagnia di Ondina, bagnante simbolo della stagione estiva.
I carri, alti più di 20 m, sono creati per stupire il pubblico, una giuria stila la classifica e decide i vincitori.
Al termine dell’ultimo corso mascherato, infatti, c’è la proclamazione dei vincitori e uno spettacolo con i fuochi d’artificio.
I carri attraverso la satira, cioè una presa in giro che fa riflettere, affrontano i temi della politica, dell’ambiente e in generale i temi di attualità della società.
Ogni anno, quindi, tra febbraio e marzo, si svolgono i corsi mascherati. Un bambino del nostro gruppo di lavoro quest’anno è andato alla sfilata del Carnevale di Viareggio e ci ha raccontato che ci sono tanti chioschi che vendono dolciumi e che dai carri e dai palazzi tantissime persone lanciano coriandoli. Inoltre quest’anno il Carnevale di Viareggio ha festeggiato il centocinquantesimo compleanno e il carro vincitore ha celebrato proprio questo anniversario con la rappresentazione di un enorme cantastorie che suona una fisarmonica!
A cura di Giovanni, Tessa, Valentina e Michele.
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