Quest’anno abbiamo fatto una bella esperienza: siamo andati ad assistere al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino allo spettacolo”La principessa di gelo” adattamento della “Turandot” di Giacomo Puccini per le scuole, ma, attenzione, non abbiamo solo assistito, abbiamo anche cantato!

Andiamo per ordine:

Le maestre prima di andare a teatro ci hanno raccontato la storia perché l’opera era lirica (quindi di non facile comprensione al primo ascolto).

Poi insieme a dei maestri abbiamo imparato 3 brani corali: “Gira la cote”, “Gloria o vincitore”, ” O sole vita eternità”, inoltre per il brano “Gira la cote” abbiamo anche creato due ventagli a testa e imparato una piccola coreografia da fare durante l’esibizione (da seduti); per realizzare i ventagli abbiamo usato: cartoncino bristol nero, nastro nero o scotch trasparente, forbici, spillatrice e lapis (ma soprattutto abbiamo dovuto fare tutta una serie di calcoli e misurazioni perché venissero bene).

Ma torniamo alla storia, la conoscete? Ve la raccontiamo in breve.

C’era una volta, una piccola principessa di nome Turandot, che viveva felice con la sua famiglia nel suo regno, finché un brutto giorno il regno non è stato invaso ed è iniziata una guerra, Turandot assiste all’uccisione della nonna da parte di un uomo, dal quel momento lei ha iniziato ad odiare gli uomini e a desiderare di non sposarsi.

La guerra cessò e Turandot si fece grande, il padre era preoccupato perché se Turandot non si fosse sposata non avrebbe avuto discendenti, così insisteva affinché la figlia acconsentisse a sposarsi, Turandot stanca delle continue pressioni decise di escogitare uno stratagemma: avrebbe sposato chi riusciva a risolvere tre enigmi ( chi falliva sarebbe stato addirittura ucciso!).

Tanti ci provavano, ma finivano male. Un giorno un principe (di nome Calaf) venuto da lontano, assiste all’uccisione dell’ennesimo pretendente, vede Turandot e se ne innamora, incontra anche il padre e la serva Liù (segretamente innamorata di lui), Calaf decide di provare a risolvere gli enigmi, senza ascoltare il padre e Liù che lo supplicano di non farlo.

Attenzione ora arriva il bello!

Calaf risolve gli enigmi, ma inaspettatamente non vuole obbligare Turandot a sposarlo senza che lei ne sia felice, quindi le propone di arrivare all’alba del giorno dopo: se nel frattempo lei avrà scoperto il suo nome, lui si rimetterà al suo volere. Qua c’è la bellissima aria “Nessun dorma”. Turandot ordina ai suoi soldati di cercare nel regno qualcuno che conosca il principe straniero. Arrivano dal padre di Calaf e dalla serva Liù, la quale si uccide prima di rivelare il nome del suo amato. Tutte queste cose fanno vacillare Turandot, poco a poco il suo cuore, da molto tempo imprigionato dal gelo, si scioglie. La storia si conclude all’alba, con Turandot che dice d’aver scoperto il nome del principe: il suo nome è AMORE!

Vi è piaciuta? A noi sì!

E’stato molto bello cantare insieme ad altri bambini e bambine come noi dalla platea e soprattutto insieme ai cantanti sul palco.

Nei giorni successivi abbiamo anche realizzato dei disegni dei personaggi dell’opera, guardate qui.

Chiara, Valentina, Francesco M., Francesco D.


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